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Polluce - 2 giorni all'inizio delle operazioni di recupero

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 11 ottobre 2005

Partiranno mercoledì prossimo le operazioni di recupero del piroscafo “ Polluce”, speronato ed affondato il 17 giugno 1841 tre miglia fuori Capo Calvo, ad est dell’Isola d’Elba. Nella affollatissima Sala Consiliare di Porto Azzurro, la mattina di domenica 9 ottobre è stato presentato ufficialmente il progetto “ Recupero del Polluce”, sponsorizzato dal Ministero per i Beni Culturali e dal Historical Diving Society di Marina di Ravenna. Le operazioni subacquee saranno svolte nell’arco di 10 giorni dalla Marine Consulting di Ravenna, specializzata in lavori in alto fondale. Il recupero dei resti della nave, che all’Elba è ormai leggenda e che giace soffocata dalla sabbia a 103 metri di profondità, è il risultato di una sinergia tra Ministeri, Enti e Società private, ma si deve anche alla pervicacia di qualche singolo isolano, che si è dannato l’anima per vedere tutti seduti allo stesso tavolo, se quanto risalirà dal fondo del mare potrà rimanere in futuro stabilmente sull’Elba, in una struttura museale dedicata. Cosa troveranno i sommozzatori sul Polluce dopo la razzia degli Inglesi nel 2000 non è certo. Sicuramente poco o nulla dello scafo, sventrato e lacerato dalla benna di moderni, impuniti corsari . Un plastico dell’attuale condizione del piroscafo, esposto a Porto Azzurro, racconta da solo la devastazione. Non sappiamo quanto resta del carico, che oscilla tra fiabesche carrozze d’oro e quintali di monete d’argento. C’è il cuneo della fantasia popolare tra la leggenda ed il pragmatismo del registro di carico del Polluce, ma appare certo come quel viaggio fosse un vero e proprio trasferimento di capitali, da un’Italia aristocratica scossa dai moti risorgimentali verso una Francia restaurata, ancora capace di solida monarchia. Non è certa neppure la quantità degli oggetti beffardamente rapinati dagli Inglesi, ma sappiamo che quanto riconsegnato ai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Artistico da Scotland Yard non è moltissimo, anche se contiene pezzi di grande pregio. Certo è che attorno al tesoro del Polluce si è scatenata una quantità di opinioni differenti, gli stessi specialisti si sono trovati su trincee opposte quando si è trattato di valutare il rapporto costo/beneficio in merito al recupero. Anche le ispezioni del fondale eseguite prima con il ROV e poi dagli strumenti di nave Anteo non hanno chiarito i dubbi, il mare in quel punto è troppo torbido e la visibilità pessima. Dovremo aspettare la fine di ottobre per sapere cosa realmente nasconda il relitto dello sfortunato piroscafo. Nel frattempo il dragamine Numana ha ripreso il punto e calato un pedagno, per marcarlo con fermezza. “ Non ci interessa la caccia al tesoro, a noi interessa la nostra storia – taglia corto la Soprintendente Pamela Gambogi – e quella del Polluce non è stata la più grande razzìa del patrimonio artistico archeologico, come da più parti si è detto. Purtroppo ci sono stati furti ben più gravi e grandi, proprio in mare.” “ Il Polluce non è un reperto archeologico - chiarisce la Gambogi – ed il carico è da considerare artigianato artistico. E’ vero che la qualità è elevata, con pezzi di notevole importanza, come la campana di bordo che è stata filmata dal ROV. Per la Soprintendenza questo recupero riveste un carattere eccezionale, si tratta del primo scavo effettuato a meno 103 metri in saturazione, mi sento di considerare dei veri eroi tutti coloro che l’hanno reso possibile”. Anche sul futuro del materiale del Polluce e sulla destinazione ultima si è molto discusso. Lo sponsor si è assicurato l’esclusiva del recuperato e delle immagini per quattro anni, con la previsione di una prima mostra a Ravenna seguita da esposizioni itineranti. Danilo Alessi, presidente della Comunità Montana , si è fatto interprete delle perplessità diffuse: “ Quanto tempo passerà prima che i reperti si fermino all’Elba? Il Polluce, la sua storia, il suo contenuto costituiscono una ricchezza per l’Isola e per tutto l’Arcipelago. Quali garanzie sono state previste per gli Enti pubblici?” “L’Elba è la destinazione finale – ha garantito la dottoressa Gambogi – e l’impegno affinché il recuperato torni sull’Isola è già stato preso dal Gabinetto del Ministro per i Beni Culturali.” Dopo 164 anni e troppe offese, un pezzettino di storia del nostro Risorgimento potrebbe finalmente aver trovato pace ed un porto sicuro.


Paola Gambogi

Paola Gambogi

Polluce plastico bis

Polluce plastico bis

polluce numana ter

polluce numana ter