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Doppia lettura (DS - AN) della sentenza sulla spiaggia di Cavo

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 05 ottobre 2005

Dopo il pronunciamento della Corte d'Appello di Firenze presso la quale si celebrava il processo di secondo grado per la vicenda del primo (errato) ripascimento della spiaggia di Cavo, della quale si faceva carico all'ex-Sindaco Roberto Antonini ad altri due amministratori ed al tecnico che aveva steso il contestato progetto, si iniziano a registrare delle reazioni in ambito politico. E martedì 4 ottobre sono giunte agli organi di informazione due note; la prima in ordine di tempo dai D.S. della Sezione di Rio Marina ed Unione Intecomunale dell’Elba, la seconda da Alleanza Nazionale di Rio Marina e Cavo. Molto distanti le interpretazioni politiche della sentenza che si leggono nei due documenti i cui testi riportiamo qui di seguito D.S. DI RIO MARINA E DELL'ELBA: "ERA ORA. ESPRIMIAMO SODDISFAZIONE" Era Ora - In in merito alla sentenza di assoluzione degli ex amministratori del Comune di Rio Marina, esprimiamo la nostra soddisfazione unendoci a quanti sono stati vicini a loro ed alle loro famiglie. Auspichiamo che la chiusura di questa tormentata e strumentalizzata vicenda che porta serenita’ agli stessi, favorisca nuovi stimoli che consentano alla maggioranza ed all’opposizione un sereno confronto, al fine di risolvere i tanti problemi della nostra comunita’. A.N. DI RIO MARINA E CAVO: "PRESCRIZIONE NON SIGNIFICA ASSOLUZIONE" Con le recenti pronunce sulla nota vicenda del ripascimento della Spiaggia di Cavo, la Corte d’Appello di Firenze ha sentenziato il “non doversi procedere” nei confronti degli ex amministratori di Rio Marina per intervenuta prescrizione dei reati di tipo urbanistico ed ambientale; e l’assoluzione di merito solo per la fattispecie contravvenzionale di “getto di cose pericolose”. Condividiamo la scelta dell’attuale Amministrazione comunale di ritirare la costituzione di parte civile nei confronti dei politici coinvolti nella vicenda; e pur comprendendo umanamente i motivi di sollievo dei diretti interessati, ci sorprende non poco l’esultanza dei DS. Intanto la sentenza di “non doversi procedere” per la prescrizione -come i DS ci insegnano riguardo a casi nazionali di grande rilevanza- non è affatto un’assoluzione. Sancisce l’estinzione del reato per il decorrere del tempo, e impone al Giudice di non pronunciarsi nel merito, salvo il caso in cui -per il principio generale di “favor rei”- non ravvisi le condizioni per una sentenza di assoluzione -com’è del resto avvenuto per il più lieve dei capi d’imputazione, il getto di cose pericolose. Quindi il giudice avrebbe potuto pronunciare assoluzione per tutti i capi d’accusa. Inoltre l’estinzione del reato per prescrizione non esclude affatto l’attivazione di un giudizio civile che determini eventuali risarcimenti patrimoniali per gli ingenti danni finanziari subiti dalla collettività. La Corte d’Appello penale ha rimesso questa determinazione alla sede giudiziaria civile, a cui teoricamente possono tuttora ricorrere tutti i soggetti legittimati. Comunque, al di là delle responsabilità di natura penale e di quelle eventuali che potranno essere accertate in sede civile, resta -per quella amministrazione comunale- l’inappellabile responsabilità politica di scelte infauste che hanno compromesso gravemente l’immagine di Cavo e le sua attività turistica negli ultimi sei anni.


Cavo spiaggia

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