Ci piace ricordare Gonni. Non abbiamo mai saputo se questo fosse il suo nome, il suo cognome o lo pseudonimo. Lo abbiamo conosciuto alle Ghiaie, al bar. Lui così straordinariamente diverso dal nostro essere. Sembrava quasi, pur con il suo incedere incerto, volteggiare, mentre noi lasciavamo dei solchi nel nostro cammino. Arrivava alle 12 ed ordinava il suo caffè, lungo, lungo fino all’orlo. Lo succhiava e lo beveva facendoci i complimenti per il gusto e per l’aroma. Aveva stabilito un prezzo il primo anno, già scontato, che non subì più ritocchi. Noi gli preparavamo anche il giornale, però. Magari uno vecchio, gli piaceva leggere e comunque sapevamo che l’avrebbe apprezzato. Si sedeva all’ultimo tavolo sulla destra verso il mare, IL TAVOLO DEGLI ARTISTI, lo chiamavamo così. E lì ogni giorno parlava con i suoi tanti amici. Ci sembravano tipi strani, loro così tanto diversi da noi. Tutt’al più prendevano una spuma, qualche volta un ghiacciolo ! Abbiamo pensato spesso che i suoi racconti fossero delle fantasie, delle favole che dispensava ad attempate signore, bambini festanti, turisti in cerca di esoticità. Quando ci vedeva stanche ed accaldate ci rincuorava dicendo che alle 2 si sarebbe alzato il maestralino! E noi gli preparavamo il sacchetto per la sua gattina; un po’ di grasso del prosciutto, un pezzetto di formaggio, la schiaccia dura. Ben presto anche una fetta di salame e di mozzarella. E lui ci ringraziava dicendo che la sua gattina gli avrebbe fatto festa. Quando la malattia lo ha portato lontano, avevamo sue notizie tramite il Viviani, portoferraiese di Trieste e abbiamo continuato a mandargli i giornali. Abbiamo dato il suo nuovo indirizzo alle molte persone che lo venivano a cercare ci chiedevano di lui. Ci sei mancato e ci mancherai, tu così straordinariamente diverso da noi. Sarebbe bello che Portoferraio ti ricordasse, magari seduto a quel tavolo, per incontrare ancora persone e farti scattare delle foto. Intanto per noi, insieme a Gonni ed al tavolo degli artisti, si chiude veramente un’epoca.
gonni