Caro Sergio Rossi, vorrei proporre a te e a tutta la redazione di non pubblicare più nel futuro lettere contenenti offese personali che niente hanno a che vedere con la dialettica politica ma che denotano solo volgarità, mancanza di rispetto verso le persone, mancanza di rispetto verso di chi svolge un onesto lavoro, che magari, al contrario di altri, non pesa sulla collettività. Chi non è capace di ubbidire alle norme di comportamento civile, come possiamo pensare sia in grado di rappresentare qualche elettore (anche se si tratta di elettori di un’altra circoscrizione) e magari presiedere qualche organo importante? E’ ora di finirla, secondo me, con apprezzamenti sulla vita privata, sul lavoro e più in generale su quello che con la politica non ha niente a che vedere, tirato fuori da certi personaggi che non si fanno molti scrupoli quando si tratta di attaccare il “nemico”, perché qui non si parla di avversari, ma di nemici da combattere con ogni mezzo, non ultimo la calunnia e la denigrazione. Fabrizio Vai Meglio precisare: le parole sono pietre e calunnia è una parola-pietrone. Su questo giornale (che non è nato per essere un pubblico sfogatoio) non ho consentito mai di calunniare qualcuno e neppure di diffamarlo in maniera cosciente ed esplicita. Sarei un autolesionista se lo facessi, perchè ospitando chi diffama e ancor più calunnia si viola la Legge che è cosa seria. Tuttavia ho pubblicato interventi "pesanti" nei confronti degli avversari politici, tra questi ci sono sicuramente quelli che hai rivolto e ti sono stati rivolti. Chi colpisce con una clava non può attendersi una risposta di fioretto Non ho emendato cose obiettivamente stupide e cattive perchè ho un sacrale rispetto del pensiero altrui. Mi piacerebbe che i confronti fossero sempre civili e costruttivi, mi piacerebbe che le "querelle" non durassero troppo a lungo (pure perchè così finiscono per annoiare i lettori). Purtroppo non va sempre così.
rio lavatoi gentini