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A Sciambere: Scarti di Governo e Governo di Scarti

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 18 marzo 2003

L’espressione, un po’ razzista “scarti di governo” veniva usata per definire (e dileggiare) qualche anno fa coloro che venivano riformati alla visita di leva, ed in ragione di ciò non avevano compiuto il servizio militare. Certo quando c’era Lui (il nonno di quella starnazzante onorevole con la bocca a culo di gallina ed altro ancora di pollino) fare il militare era un punto d’onore e chi veniva privato del diritto di portare le stellette ne soffriva assai moralmente. Nei successivi anni della Repubblica dei furbi, invalse invece un’altra opposta linea.I potenti e gli ammanigliati usavano preservare i loro rampolli dalle crudezze della spartana vita militare, per cui, chi aveva qualche santo, riusciva ad evitare la noia della naja. Si scopriva così che i figli del “generone” risultavano alla visita di leva singolarmente cagionevoli di salute, e l’esercito degli scarti di governo crebbe a dismisura, ma il dileggio stavolta lo si esercitava al contrario, verso i fessi, verso chi la naja era costretto a farla, e non c’era neppure allora il servizio civile a fare da cassa di compensazione. Niente è più noioso dei racconti del militare (si son rotti matrimoni ed amicizie) e non vi diremo del nostro, fatto nel dopo 68 agli albori del terrorismo nero, una fetta di vita che si risolse in quindici mesi di gratuite vessazioni, di provocazioni fasciste da parte di fascisti in divisa e soprattutto di una inutile, incommensurabile, rottura di coglioni. Ma la Patria la servimmo, con le stellette e senza disonore. Qualche mese fa un giornalista curioso (razza bastarda ed infida) si mise a fare una singolare ricerca sugli uomini maschi del nostro governo, e si accorse se non andiamo errati che UN SOLO ministro (e se non ricordiamo male, per giunta così poco patriottico da muggire il credo bossiano) aveva fatto il militare per intero, il nanerottolo ridens tre mesi (lì evidentemente aveva patteggiato) e tutti gli altri niente. Vedete la guerra è una tragedia, la peggiore che si possa immaginare, ma anche nella guerra si possono leggere dei lati comici. Personalmente troviamo ameno che i “falchi” del nostro governo (da leggersi: quelli più alla cavezza guerrafondaia degli USA) siano quella saponetta di Liliano Frattini (con quel nome da vecchia zia) che ci dicono essere Ministro degli Esteri e il Antonio Martino Ministro della Difesa già militesente (che ha senso come un gigolò castrato o un Berlusconi filologo). E sarebbero questi i guerrieri che ci dovrebbero condurre alla pugna? Un felsineo potrebbe commentare: “Alle pugnette, forse!” (per l’Assessore: Felsineo = Bolognese Pugnetta = atto onanistico. Non ha capito? Facciamo allora “Pratica autoerotica”. No non è il rinnovo della patente, neanche l’amore fatto in macchina. Sega, Assessore, ci siamo finalmente intesi?). Ma dobbiamo accettarlo, arrenderci all’evidenza chi ha deciso sulla posizione del nostro paese, chi ha aiutato il governo statunitense a portare una guerra contro il parere della maggioranza degli uomini del pianeta e contro il parere ed il sentimento della stragrande maggioranza degli italiani è un governo di scarti di governo, o se preferite di scarti tout-court (no Consigliere, siamo incazzati e questa non gliela spieghiamo).