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Operazione Polluce: entro ottobre tesoro recuperato

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 30 settembre 2005

RAVENNA 29 settembre -Il recupero del tesoro stivato nel Polluce comincerà lunedì 10 ottobre. La complessa logistica – la sola che permetta ai sommozzatori di operare per più giorni a oltre 100 metri di profondità - con l’impianto di alto fondale della Marine Consulting di Ravenna sarà collocata il 4 ottobre su un pontone attrezzato all’ormeggio nel porto di Livorno. Meteo permettendo. Infatti l’inizio delle operazioni di recupero era stato fissato per venerdì 30 settembre, ma le cattive condizioni del mare avevano impedito il traino del pontone. Quindi il mezzo sarà rimorchiato verso Porto Azzurro, sull’isola d’Elba, dove giungerà tra il 6 e il 7 ottobre provvedendo subito all’ancoraggio fisso sul punto a tre miglia da Capo Calvo, ove giacciono i resti del Polluce. Una volta sul fondo, gli uomini della Marine Consulting innanzi tutto delimiteranno l’area di scavo, quindi “quadretteranno” il relitto, ossia costruiranno sopra e parallelo ai resti dello scafo un reticolo rettangolare suddiviso in quadrati: uno strumento di cui si servono abitualmente gli archeologi per ottenere sequenze fotografiche ordinate dei siti scavati. Infine i sommozzatori azioneranno pompe aspiranti particolari, realizzate appositamente per quest’operazione: completamente immerse, nella fase di aspirazione dei detriti e della sabbia, non provocano alcun danno al materiale che si sta recuperando, che è riposto automaticamente in enormi ceste di acciaio composte di più livelli filtranti. In questo modo anche gli oggetti più piccoli rimangono tra le maglie dei filtri e potranno essere più facilmente raccolte dagli archeologi a bordo del mezzo navale. È la prima volta al mondo che per lavorare sui resti di un naufragio si sceglie la tecnologia dell’immersione in saturazione. D’altronde ne vale la pena: non solo il Polluce, affondato la sera del 17 giugno 1841, custodisce qualche mistero storico e politico dell’Italia prerisorgimentale; ma nelle sue cabine dovrebbe esserci un autentico tesoro: gioielli di squisita fattura e 100.000 monete d’oro di vari Stati europei e 70.000 “colonnati” spagnoli d’argento, come riportato dal quotidiano Semaphore di Marsiglia del 24 giugno 1841 che con dovizia di particolari racconta l’accaduto e le perdite subite. Quando, nel 2000, alcuni avventurieri inglesi e italiani calarono sul relitto una devastante benna, rinvennero nel fango e nella sabbia, oggetti molto piccoli come diamanti e acquamarine non più grandi di un’unghia. Per questo gli archeologi addetti al recupero del materiale hanno chiesto che fosse adottato un sistema idoneo e sicuro in grado di trattenere anche il più minuto frammento. I frutti di quello scavo illegale – qualche gioiello e un paio di migliaia di monete – furono sequestrati da Scotland Yard e restituiti all’Italia per il tramite dei Carabinieri addetti alla Tutela del Patrimonio Artistico e Culturale. Questa volta quanto sarà recuperato in questa prima fase sarà preso direttamente in consegna dai Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Firenze che provvederanno alla sicurezza dei reperti fino che non giungeranno presso i laboratori della Soprintendenza per il restauro e la catalogazione.


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