Torna indietro

Una luce per la pace

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : lunedì, 17 marzo 2003

Non nascondiamo una sostanziale difficoltà quasi un imbarazzo che proviamo a dover scrivere di fatti nostri e locali in queste ore, al termine di una giornata peraltro trascorsa piuttosto sonnacchiosamente in questa estrema provincia ultramarina d’Italia, mentre in un’altra parte del mondo, che non è poi così lontana, le macchine di guerra stanno rombando. Qualche giorno fa pubblicammo una pagina lucidissima di Umberto Mazzantini che più che scritta pareva scalpellata una pagina costellata di dati, fatti, verità storiche incontrovertibili che dimostrava che questa guerra, oltre che idiota come tutte le guerre e tutti i guerrafondai, era profondamente ingiusta ed assolutamente illogica. E quasi un poco ci vergognamo di starcene qui immersi in una sicurezza non sappiamo quanto meritata mentre i diplomatici abbandonano l’IRAQ, mentre la furia di coloro che si sentono giusti e giustificati a far qualsiasi cosa per imporre la loro giustizia, stanno per scaricare lutto morte fame e dolore su un popolo già provato dalla dittatura di un feroce sanguinario, amico, alleato, armato e pagato dai “giusti” finchè ha fatto loro comodo. E vergogna sarà il sentimento che prevarrà davvero dentro di noi quando inizieranno a cadere i missili e le bombe, Vergogna innanzitutto per essere rappresentati da una tragica marionetta che si dà arie di statista e che ha fatto contare l’Italia in questa crisi quanto il due di picche con briscola cuori, che ha detto di lavorare per la pace e che è stato inverecondamente prono di fronte al signore della guerra in prima persona, che tenta ancora di fare furbescamente “il gatto tra le botti” in queste ore sanguinanti Vergogna per essere cittadini di un’Europa che non ha saputo trovare l’unità necessaria per contrastare la volontà di guerra degli Stati Uniti, Vergogna per essere “occidentali” ed in fondo di godere per qualche verso dei benefici economici che deriveranno dal massacro prossimo venturo, Vergogna per aver sopportato che qualcuno con la stessa nostra tessera in tasca, definisse una grande democrazia uno stato che frigge sulla sedia elettrica i suoi cittadini e che spedisce bombe sui bambini altrui per gli interessi delle sue compagnie petrolifere, Vergogna per aderire alla stessa Internazionale Socialista a cui aderisce Tony Blair, che speriamo d’ora in poi scelga per le sue vacanze, con quella famigliola da Mulino Bianco, non già la colta, civile e riposante Toscana, ma una duna arroventata dalle sue bombe, un’ospedale pediatrico irakeno privato di ogni medicina, una landa del medioriente arricchita dal suo uranio impoverito. Gira da qualche ora per la rete una richiesta, accendete una luce esterna, una candela, qualsiasi cosa per dimostrare la vostra volontà di pace, fatelo dalle 22 alle 24 del 17 Marzo, non sappiamo se riusciremo ad andare in rete per chiederlo in tempo utile anche noi ai nostri lettori, ma fuori delle “finestre” di questo giornale una luce di pace, se pur piccola, è sempre accesa.


fiaccole 5 marzo 2.3

fiaccole 5 marzo 2.3