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Portoferraio: si dimette l'assessore alla partecipazione Renato de' Michieli Vitturi

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : sabato, 24 settembre 2005

E’ con profondo rammarico, tristezza e delusione che mi rivolgo ai miei concittadini per dare conto di un atto grave che le circostanze ahimè mi inducono a compiere. Decido oggi di rassegnare le mie dimissioni da Assessore del Comune di Portoferraio, rimettendo la delega nelle mani del Sindaco, essendosi negli ultimi giorni palesata ulteriormente l’impossibilità oggettiva di realizzare, almeno per quanto mi riguarda, quanto promesso in sede di campagna elettorale e quindi di programma di mandato. A tutti sono note le pesanti difficoltà “esogene” con le quali questa Amministrazione ha dovuto fare i conti: questa mia decisione estrema è dettata proprio dal fatto che tali difficoltà non si vogliano affrontare alla radice, con un’analisi critica dei problemi e quindi decisione coraggiose di svolta. Difficile il dialogo, per non dire dibattito, alla base di una dialettica che è imprescindibile nello spirito di un gruppo che appunto come gruppo si era preposto di lavorare. Difficile condividere con tutta la Giunta problematiche anche di rilevantissima serietà e talvolta urgenza (tutti gli Assessori a più riprese lamentano una scarsa udienza dei colleghi e del Sindaco: quando sulle spiagge libere attrezzate, quando sull’edilizia scolastica, quando sulle politiche sociali, sui lavori pubblici, e così via). Ancor più difficile portare le stesse a livello di maggioranza , o del proprio gruppo di riferimento, senza destare scandali per voler ampliare la platea quando non addirittura la base decisionale (altro che partecipazione…Mentre una proposta organica ed elaborata di riforma dello statuto in senso partecipativo, per dare non solo orecchi e voce alla gente ma finalmente potere, langue sulla scrivania del Sindaco da mesi, essendone continuamente ed inesorabilmente rinviata anche solo la discussione). E’ successo, è successo spesso, succede più o meno regolarmente. L’indipendenza intellettuale e lo spirito critico sono malvisti, anche quando provengono da chi più di ogni altro ha cercato il confronto interpersonale e collettivo e ha rivendicato lo spirito collegiale delle decisioni ma anche del lavoro (non negando mai ad alcuno la propria collaborazione fattiva, ben oltre il limite delle proprie deleghe). Quella verifica che da tempo è stata prospettata ed innumerevoli volte rinviata, è continuamente in atto rispetto alla fedeltà del comportamento di ognuno ai modi e alle forme della “vecchia politica”. Una lettera critica, quella che io ho chiamato e chiamo un “esercizio di verifica”, rivolta al mio gruppo di appartenenza (con un’e-mail indirizzata agli aderenti a l’Isola e la Città) al fine di sollecitare appunto una riflessione a tutto campo su questo primo anno di mandato amministrativo, per costruire un percorso di “riallineamento al programma” da sottoporre poi al resto della coalizione, è risultata invece cosa che “non s’ha da fare”, uno scandalo da cassare immediatamente in quanto fuori dagli schemi del vigente sistema partitocratrico. Quando, a fronte di questa solerzia, si continuano a registrare quanto meno ritardi (ma ho ragione di credere che, mancando ogni volontà diversa, il tardi sia solo una frazione infinitesima del “mai”) nell’intervenire sui veri problemi, ecco che la mia fiducia in questa esperienza vacilla sino a cedere. E, si badi bene, non parlo di fiducia nel programma, al quale ho largamente contribuito durante la sua laboriosa ed approfondita elaborazione, ma nel modo assolutamente inadeguato di approcciarvi. Ad un anno e più di amministrazione ancora non si è posto mano alla questione principale nonché prima in un’agenda politica ordinata e coerente: il riassetto della c.d. “macchina comunale”. Risultato perverso di questa inettitudine è la triplice insoddisfazione: degli Assessori, che vedono regolarmente inattuale le proprie direttive e quindi vanificato il proprio impegno; dei cittadini, che registrano un’inerzia pressoché assoluta sul fronte degli interventi concreti sul territorio e dei servizi (quando non anche un peggioramento delle cose); del personale stesso, che vive in condizioni lavorative disperate (ambiente di lavoro deleterio, sia dal punto di vista logistico che umano; stipendi esigui – i più bassi di tutto il pubblico impiego, con l’impossibilità di riscuotere gli straordinari, di vedere riconosciute le posizioni di responsabilità, talvolta addirittura di godere delle ferie maturate anche due anni prima! - , nessuna prospettiva di carriera – la maggiora parte dei dipendenti si trova ingessata da decenni nei livelli più bassi del contratto nazionale, pur svolgendo spesso mansioni di elevata, talvolta elevatissima specializzazione). Torno, in questo contesto in ogni caso non lieto, a fare proprio il dipendente, certo che, almeno nel male della situazione anzi descritta, tra i colleghi “lavoratori” troverò maggiore condivisione e solidarietà. E lo spirito critico che nessuno insuccesso (ché comunque tale considero a livello personale l’aver sperato di cambiare le cose – ivi compreso il vecchio sistema, dei vecchi equilibri tra i vecchi partiti – e l’aver anzi verificato che erano le cose che stavano cambiando me) potrà comunque sopire continuerà a coltivare da cittadino consapevole ed attento. Renato de’ Michieli Vitturi Cittadino P.S. Le mie dimissioni non sono in alcun modo collegate alle notizie di rimpasto lette sul tirreno, peraltro collegate in modo poco chiaro all'intervista al Sindaco Peria. Preciso che l'Isola e la Città ha anzi dimostrato sino ad oggi condivisione verso la posizione del sottoscritto, ed in tal senso giunge quanto meno inaspettata la notizia di cui sopra (nel quadro di confronti normali ed aperti - come dovrebbero esistere - tra le forze che sostengono questa maggioranza).


Peria e De michielis a S.Giovanni

Peria e De michielis a S.Giovanni