L’assessore al Lavoro, Marcello Canovaro, ha illustrato i dati del primo semestre 2005 sull’andamento del mercato del lavoro nella provincia di Livorno, ai consiglieri della 4.a e 5.a commissione, riuniti in seduta congiunta a Palazzo Granducale. Il numero degli avviamenti al lavoro passa dai 32.752 del 1° semestre del 2004 ai 34.596 dello stesso periodo del 2005, con un aumento di 1844 avviamenti, pari al 5,6%. Sale la percentuale dei lavori atipici che nel 2005 raggiunge il 78% dell’insieme degli avviamenti, con un aumento del 5% rispetto al 2004. “Ciò è dovuto alle normative che regolamentano il mercato del lavoro – ha sottolineato l’assessore Canovaro – che favoriscono il ricorso a forme di lavoro atipiche.” Nel territorio provinciale vi è una forte accentuazione della flessibilità, con 7.873 avviamenti con contratti di lavoro atipico, di cui 5.289 sono riferiti al lavoro interinale (nel 2004 erano 3.092). “A fronte di questa situazione – ha evidenziato l’assessore – il numero dei lavoratori coinvolti nell’interinale è lievemente calato passando dai 1.220 del 2004 ai 1.145 del 2005. L’ipotesi che emerge - ha spiegato Canovaro – è che siamo in presenza del consolidamento di un “bacino di offerta” a cui le agenzie interinali fanno ricorso.” Gli avviamenti di lavoro a tempo indeterminato, attestati nel 2004 al 20%, calano al 16% del totale nel 2005. Il settore dove si è avuto il maggiori numero di avviamenti, 7.873, è quello ove è registrato il lavoro interinale. Le attività manifatturiere hanno visto un incremento di avviamenti dell’8,1%, soprattutto nelle zone di Rosignano e Piombino, mentre sono cresciute del 19,4% quelle dei servizi alla persona. In calo i settori della sanità, della produzione di energia, della pesca e le attività finanziarie. Per quanto riguarda la mobilità, è in calo il ricorso alla cassa integrazione, sia speciale che ordinaria. Nel 2005 la CIG ha interessato 377 lavoratori mentre nel 2004 sono stati 510. “Il dato di Livorno, ha sottolineato l’assessore, è migliore rispetto a quello regionale, perché il nostro sistema economico, basato su logistica, porto e servizi, reagisce in modo diverso alla crisi delle manifatture e delle esportazioni.” Concludendo l’illustrazione dei dati, l’assessore ha evidenziato che “è evidente la tendenza ad un mercato del lavoro sempre più flessibile, con aspetti preoccupanti di precarietà. In questo senso, è già avviato, a livello regionale, un confronto per il Piano strategico regionale, che dovrà individuare gli strumenti di intervento utili ad attenuare gli effetti di questa situazione. E’ necessario, però, un cambiamento di rotta incisivo negli indirizzi della normativa nazionale sul lavoro”.
operai al lavoro