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Controcopertina - De Fusco e Rossi: due risposte alla lettera di Martini

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 15 settembre 2005

Caro Martini Credo che la morte di chiunque dovrebbe indurre tutti quanti al pudore, al silenzio, al rispetto. Il tuo dolore per la morte di un amico e’ un sentimento nobile che merita rispetto, ma citare il testo di una ordinanza di custodia cautelare non mi sembra un bel necrologio. Le accuse di responsabilità rivolte ai giudici colpevoli di aver arrestato un innocente, averne provocato l’abbassamento delle difese immunitarie e quindi il tumore e la morte sono arbitrarie, ingiuste e inopportune. Non e’ corretto trasformare le proprie opinioni in giudizi scagliati come pietre contro la vita degli altri, tantomeno dovrebbe farlo chi, come un Sindaco, ha il dovere di rappresentare i sentimenti di una collettivita’. Queste polemiche stridono con il rispetto dovuti ai morti che, se potessero, ti risponderebbero con i versi della livella di Toto’: le polemiche “ lasciamole a’ viventi, nu’ simmo seri, appartenimmo ‘a morte”. Alberto De Fusco Caro Sindaco Si dice che un giudice deve esercitare la sua funzione “senza timore e senza speranza”, così come nei confronti del lavoro della giustizia i cittadini (e maggiormente quelli che rappresentano le istituzioni) debbono porsi in termini di rispetto, senza pronunciare condanne o assoluzioni che (è un fondamento della democrazia) a loro non competono affatto. E’ lecito criticare gli strumenti della giustizia, la sua lentezza, l’ordinamento che consente (a nostro parere) un uso probabilmente troppo frequente della carcerazione preventiva (per quanto ci riguarda dovrebbe essere attivata solo in casi eccezionali). E’ lecito provare pietà, solidarietà, amicizia per chi conclude (oltretutto anzitempo) la sua vicenda umana e dolersi delle sue personali vicissitudini. Non sappiamo quanto sia lecito, muovendo da una sventura capitata ad una persona e ad una famiglia, inficiare gratuitamente il lavoro di servitori dello Stato, Magistrati e Forze di Polizia, donne e uomini che sono chiamati a sacrificare molto della loro vita e talvolta la vita stessa, per difendere la legalità. Caro Sindaco di Marciana Marina non conoscevamo lo scomparso, non frequentavamo né lui, né il suo ordine professionale, né il suo club, né la sua loggia, e dobbiamo prendere per buone le sue valutazioni umane e tecnico-professionali su quella persona, rispettando la Sua commozione ed il Suo punto di vista nella stessa maniera che rispettiamo il lutto dei famialiari. Ma l'emozione che La pervade e la triste circostanza non ci possono far dimenticare altre cose che sappiamo: e cioè è che l’inchiesta condotta a Marciana Marina ha avuto per attori magistrati di provatissima capacità, e ufficiali, sottufficiali e agenti della Guardia di Finanza sulla cui competenza tecnica ed onestà non credo Lei voglia sollevare dubbi. Perché veda Sindaco, atteso che magistrati e forze di polizia non sono ciechi strumenti di nessuno (altrimenti vivremmo in un paese assai triste), non c’è vittima più o meno sacrificale senza un carnefice, non c’è ingiustizia senza vessazione. Chi sarebbero, caro Sindaco, nel caso di specie, i carnefici, i propinatori di ingiustizie, i vessatori? Forse i suoi concittadini che avendo sentore che qualcosa non andava nella complessiva faccenda di Piazza di Chiesa, compiendo il loro dovere civico, hanno chiesto pubblicamente spiegazioni? Le Forze di Polizia che hanno indagato, verificando che di cose che non tornavano ce n’erano diverse? La Magistratura che ha aperto un procedimento, che (in questo ha ragione Lei Sindaco) deve trovare una rapida conclusione, ma che evidentemente aveva ragion d’essere? I pubblici informatori che hanno fatto il loro mestiere (raccontare cosa accadeva)? Non crediamo Sindaco che Lei voglia gettare discredito su tutte queste persone per bene. Anche perché, se qualcuno traesse da questa vicenda la conclusione che di parte non è solo la Sua opposizione (che deve esserlo), ma anche la Guardia di Finanza, la Magistratura e l’informazione, la Sua accorata lettera potrebbe supportare ed alimentare il ribellismo generico di qualche signore che ha della legalità un concetto assai personale quanto non distorto. Eviti dunque Sindaco, La pregriamo, di essere di essere (magari involontario) faro per chi ha in quest'isola pesanti conti in sospeso con legge e con la morale, e soprattutto per i clientes di costoro che già si stanno spellando le mani nell'applaudirLa. Un sindaco, Lei ci insegna, deve essere sempre e comunque dalla parte della legalità. La salutiamo


Marciana Marina - Piazza di Chiesa

Marciana Marina - Piazza di Chiesa

marciana marina piazza chiesa

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