Una cosiddetta “spadara”, la micidiale rete che intrappola ogni sorta di pesce senza nessuna distinzione, lunga oltre 5.000 metri per un’altezza di 15 metri (oltre 75.000 mq) è stata sequestrata a bordo di un peschereccio d’altura dai finanzieri di mare di Portoferraio, nell’ambito di una vasta operazione di controllo che ha interessato anche le basi navali di Marina di Carrara, Livorno, e Porto Santo Stefano. Il peschereccio intercettato nei pressi di Porto Azzurro è stato segnalato probabilmente dagli altri operatori del settore, indignati dalle vere e proprie razzie del mare che si possono compiere con questo tipo di pesca illegale. Tale tipologia di rete, destinata come dice il nome alla cattura del pesce spada, viene messa in mare seguendo un percorso ad “S” per esaltare la capacità di cattura, creando così un vero e proprio muro sottomarino che si muove con l’azione della corrente ed avvolge il pesce che incontra, intrappolandolo indistintamente per tipologia e misura. Questo tipo di rete è considerata come una delle più dannose ed impattanti, perché poco selettiva e con un altissimo numero di catture accessorie (tra le quali, si evidenziano, le tartarughe marine, i delfini, gli squali), che possono arrivare sino all’80% dell’intera battuta di pesca. Per tale motivo dal 1 gennaio 2002, a seguito del Regolamento Comunitario CE nr. 1239/98, è vietato a qualsiasi nave tenere a bordo o effettuare attività di pesca con queste attrezzature. Per questo aspetto la Comunità Europea ha destinato negli anni cospicui fondi finalizzati alla dismissione delle “reti spadare”, prevedendo sovvenzionamenti per le marinerie da pesca che riconvertivano la propria attività in mare. I finanzieri stanno verificando la sussistenza di ulteriori illeciti in termini di truffa nei confronti della Comunità Europea e relativa legislazione nazionale. Le mirate attività di controllo in materia di pesca eseguite dagli equipaggi delle unità navali del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Livorno, e delle basi navali dislocate sulla costa hanno permesso di sequestrare oltre 25 reti di varie metrature, complete di accessori ed alcuni divergenti, di un valore indicativo di €. 70.000. Tali attrezzature saranno distrutte a seguito del provvedimento di confisca stabilito per legge, mentre il pescato rinvenuto è stato reimmesso in mare o ceduto ad istituti di beneficenza e volontariato.
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