L'architetto Luca Tantini è deceduto a Firenze sabato scorso, in seguito ad una gravissima malattia. Aveva 56 anni, sposato, con tre figlie. L'architetto era stato coinvolto nella vicenda giudiziara di Marciana Marina relativa ai lavori di pavimentazione di Piazza della Chiesa. Il 1 maggio 2004, insieme ad altri tecnici, venne arrestato e trascorse un mese alle Sughere in regime di carcerazione preventiva. Il sindaco Giovanni Martini, a pochi giorni dalla scomparsa, lo ricorda con questa lettera aperta: Caro Luca, scrivo queste poche righe con l’animo sconvolto per la tua morte, con la mente che cerca di riflettere, di cercare una spiegazione, una giustificazione a quanto ti è successo e che ha stravolto la tua esistenza e quella dei tuoi familiari. Ci eravamo conosciuti nel 1998, anno in cui ti affidai personalmente l’incarico di dirigente responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Marciana Marina, fino ad allora inesistente e che tu riuscisti in breve tempo a rendere funzionale. Le tue capacità professionali, la tua disponibilità e la tua umanità nei rapporti con la gente ti hanno fatto apprezzare e stimare dai tanti concittadini, che a te si sono rivolti. Abbiamo trascorso quasi cinque anni insieme ed abbiamo raggiunto anche per merito tuo e dei tuoi collaboratori notevoli risultati, quali l’esecuzione di importanti lavori pubblici, che hanno reso funzionale ed abbellito il nostro paese, fino alla realizzazione, tra i primi all’Elba, del Piano Strutturale del nostro Comune, da te elaborato con capacità e competenza. Alla fine del 2002, al termine del mio primo mandato, hai preferito dedicarti completamente alla libera professione e per questo, consensualmente, abbiamo deciso di non rinnovarti l’incarico come Dirigente Responsabile dell’Ufficio Tecnico; pur tuttavia, i nostri rapporti sono rimasti ottimi, come dimostra il fatto che ti abbiamo dato l’importante incarico della Redazione del Regolamento Urbanistico di Marciana Marina. Improvvisamente, la mattina di sabato primo maggio 2004, è giunta a Marciana Marina la notizia del tuo arresto e del tuo trasferimento al carcere di Livorno, insieme ad altri sei incensurati lavoratori, per i fatti riguardanti i lavori di ristrutturazione di Piazza della Chiesa del nostro paese. Siamo rimasti attoniti, stupefatti da quanto stava accadendo, perché conoscevamo bene le persone coinvolte, ma eravamo anche preoccupati per le devastanti conseguenze che questo fatto fortemente traumatico avrebbe potuto provocare, in soggetti particolarmente sensibili, come certamente, conoscendoti, il tuo caso rappresentava. Leggendo “l’ordinanza di custodia cautelare in carcere” del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Livorno, sono rimasto allibito, sconcertato, perché non mi ero mai accorto che probabilmente avevo vissuto e collaborato con “un gruppo di persone che occupano posizioni strategiche pubbliche e private, nell’ambito delle attività edilizie condotte sull’Isola d’Elba, sicuramente in contatto con altri gruppi o singoli…. il cui grado di pericolosità specifica deve pertanto considerarsi assai elevato”. Ho appreso della vostra “proclività a delinquere”, ho appreso che “ i profitti, anche in termini di acquisizione di potere, appaiono elevati e pertanto in grado di alimentare sempre nuovi illeciti appetiti”. Ho appreso che c’era “ il pericolo, da considerare grave, attuale e concreto, di una reiterazione dei fatti dello stesso tipo…: pericolo rappresentato ad esempio dalla odierna posizione dell’Arch. Tantini, investito dalla responsabilità di redigere il nuovo Regolamento Urbanistico ed Edilizio del Comune di Marciana Marina”. Ho appreso che “ad avviso del GIP, la particolare gravità della vicenda risiede piuttosto ed in primo luogo nella sua attitudine ad evidenziare l’esistenza di una saldatura consolidata nel tempo tra rappresentanti delle istituzioni e dell’imprenditoria privata, i quali hanno gestito l’edilizia, l’urbanistica e le oggettivamente non comuni bellezze ambientali elbane, naturali e non, in maniera assolutamente incurante delle normative vigenti e degli interessi della collettività, entrambi sistematicamente posposti a personali finalità economiche e di potere di volta in volta perseguite”. Per questo ti hanno o meglio vi hanno portati via all’alba del primo maggio, come delinquenti colti in fragranza di reato, davanti ai vostri figli, ai vostri familiari che mai più dimenticheranno quanto a voi ed a loro successo. Sei stato più di un mese in carcere e ti vergognavi anche davanti a tua moglie, quando veniva a trovarti. Il tuo fisico, la tua mente, la tua sensibilità non hanno retto a questo stress inumano, il pensiero dei tuoi cari, il sentirsi come già condannato senza processo, la preoccupazione per la perdita dei lavori che le pubbliche amministrazioni hanno dovuto revocarti, probabilmente hanno provocato un abbassamento delle tue difese immunitarie ed una grave malattia ti ha colpito, portandoti alla morte. Per te Luca, purtroppo, questa storia è finita. Dopo un anno e mezzo dal suo inizio, non c’è stato ancora inspiegabilmente rinvio a giudizio o proscioglimento, ma uomini sono stati in galera ed hanno il diritto di attendersi dalla giustizia una rapida risoluzione di questa grave vicenda. Non sarei più in pace con me stesso né come uomo, né come medico, né come amministratore pubblico se non fossi intervenuto in questo per te tragico momento. Abbiamo il massimo rispetto per la Giustizia e per chi la gestisce, ma abbiamo anche il diritto ed il dovere, finché avremo voce e saremo liberi, di esprimere il nostro parere e le nostre critiche anche su atti, che noi riteniamo spropositati. Non avrei mai creduto di giungere nella mia vita a dire e scrivere queste cose, ma questo credo sia il minimo che ti fosse dovuto, amico Luca, travolto da fatti e circostanze più grandi di te. Un abbraccio Giovanni Martini, uomo, medico, Sindaco di Marciana Marina
marciana marina tramonto