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ONU e Solidarietà Internazionale due o.d.g. approvati in Consiglio a Portoferraio

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 14 settembre 2005

Il Consiglio Comunale di Portoferraio, con voto unanime, ha approvato nella sua ultima seduta di martedì 12 settembre 2005 due diversi Ordini del Giorno su temi di politica internazionale (riforma dell'ONU e Obiettivi di Sviluppo del Millennio) che riportiamo qui di seguito nella loro integrale stesura. Il Consiglio Comunale di Portoferraio considerato che ancora oggi più di due miliardi di persone sopravvivono con meno di due euro al giorno; 852 milioni di persone soffrono la fame; ogni tre secondi muore un bambino a causa di malattie che potrebbero essere curate; 115 milioni di bambini non possono andare a scuola; un miliardo e 400 milioni di persone non hanno un lavoro dignitoso; oltre 500.000 mamme muoiono ogni anno al momento del parto per la mancanza di servizi sanitari di base; la malaria continua a causare più di un milione di morti all’anno; un miliardo e 200 milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile; ricordato che nel 2000, 189 Capi di Stato e di Governo di tutto il mondo hanno sottoscritto la Dichiarazione del Millennio impegnandosi a sradicare l’estrema povertà e la fame, eliminare le disuguaglianze di genere e il degrado ambientale ed assicurare accesso ad istruzione, sanità ed acqua potabile entro il 2015 (Obiettivi di Sviluppo del Millennio); considerato che dopo cinque anni questi impegni non sono ancora stati rispettati e che, in particolare, il Governo italiano ha continuato a ridurre le già misere risorse dedicate alla cooperazione internazionale, alla lotta alla povertà e all’AIDS, al punto che oggi l’Italia è all’ultimo posto nella classifica dei paesi donatori in Europa e in occidente; ricordato che la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani riconosce a tutti gli esseri umani il diritto ad un tenore di vita dignitoso, il diritto di avere cibo, vestiario, cure mediche, un’abitazione, un’istruzione, un lavoro e che questi diritti sono oggi minacciati anche all’interno dei paesi più ricchi; visto che dal 14 al 16 settembre 2005 si svolgerà a New York, presso la sede delle Nazioni Unite, un importante vertice dei Capi di stato di tutto il mondo di verifica degli impegni assunti nel 2000; visto l’appello del Segretario Generale dell’ONU che ha promosso una campagna mondiale denominata "No excuse 2015" per sollecitare il rispetto degli impegni sottoscritti e l’“Appello all’azione contro la povertà” lanciato da centinaia di gruppi, sindacati e organizzazioni della società civile di tutto il mondo che stanno unendo i loro sforzi per costringere i propri governi a mantenere gli impegni; considerata la decisione del Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la pace e i diritti umani di promuovere una campagna denominata “Città 2015 contro la povertà” per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, in collaborazione con la campagna delle Nazioni Unite “No excuse 2015”, la Coalizione italiana contro la povertà e la Compagna delle Città del Millennio promossa dall’associazione mondiale degli Enti Locali “Città e Governi Locali Uniti”; chiede al Parlamento e al Governo italiano di: 1. mantenere gli impegni assunti per sradicare la povertà e raggiungere almeno gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, con politiche e misure sostenibili, trasparenti e partecipate; 2. promuovere un commercio più equo, eliminando i sussidi alle esportazioni agricole, assicurando ai produttori dei paesi più poveri l’accesso ai nostri mercati; 3. cancellare senza ulteriori inganni il debito estero dei paesi più poveri, applicando per intero la legge 209 del 2000, e rivedere il sistema di concessione dei crediti che genera processi insostenibili di indebitamento; 4. aumentare fino allo 0,7% del PIL le risorse destinate alla cooperazione internazionale, al netto delle operazioni di cancellazione del debito, fissando una data precisa e un piano pluriennale rapido, chiaro ed efficace, e senza imporre ai paesi beneficiari di comprare il “made in Italy”; 5. ridurre le spese militari, promuovere il disarmo e la riconversione dell’industria bellica utilizzando le risorse economiche risparmiate nella lotta alla miseria e al perseguimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio; 6. definire, insieme alla società civile e agli Enti Locali, una nuova legge per una nuova politica italiana di cooperazione allo sviluppo efficace, partecipata e coerente con gli obiettivi di sviluppo sostenibile democratico. 7. agire in Europa e in tutte le sedi internazionali per restituire alle Nazioni Unite la responsabilità, i poteri e le risorse necessari per intervenire adeguatamente sui problemi dell’ambiente, dell’economia mondiale e per promuovere regole e istituzioni internazionali più giuste e democratiche. 8. promuovere una corretta e ampia informazione pubblica sugli obiettivi del Millennio e sulle politiche di lotta alla povertà, attivando in particolare le risorse, gli spazi e le competenze del servizio pubblico radiotelevisivo. Inoltre, il Consiglio Comunale s’impegna a: 1. aderire alla campagna delle “Città 2015 contro la povertà” per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio promossa dal Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la pace e i diritti umani, in collaborazione con la campagna delle Nazioni Unite “No excuse 2015”, la Coalizione italiana contro la povertà e la Compagna delle Città del Millennio promossa dall’associazione mondiale degli Enti Locali “Città e Governi Locali Uniti”; 2. promuovere una sempre più vasta consapevolezza dei propri cittadini, a cominciare dai giovani, sull’importanza e l’urgenza di un’azione comune per sradicare la miseria e per garantire il rispetto dei fondamentali diritti umani; 3. confermare, sulla base della legge 68/93, il capitolo di bilancio per "Interventi di solidarietà e cooperazione internazionale" destinato a sostenere, in collaborazione con le organizzazioni della società civile, la lotta alla miseria e la costruzione della pace e dotarsi delle politiche e delle strutture necessarie per il migliore utilizzo delle risorse disponibili; 4. definire politiche locali contro le vecchie e nuove povertà e le disuguaglianze per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. O.d.G. approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale nella seduta del 12.9.2005 IL CONSIGLIO COMUNALE DI PORTOFERRAIO Consapevole che l’obiettivo della promozione e della protezione dei diritti e delle libertà fondamentali deve essere prioritario nell’agenda della governabilità a livello locale, nazionale e internazionale, soprattutto nella presente era in cui gli effetti negativi della globalizzazione, in assenza di adeguati meccanismi regolatori ai vari livelli, tendono a prevalere su quelli positivi, Consapevole della responsabilità primaria dell’ente locale di garantire l’esercizio degli eguali diritti di cittadinanza a tutte le persone che risiedono nel proprio territorio nel rispetto del principio di interdipendenza e indivisibilità di tutti i diritti umani: civili, politici, economici, sociali, culturali, compresi il diritto alla pace, il diritto allo sviluppo, il diritto all’ambiente, Consapevole della responsabilità che incombe al Comune in quanto istituzione fondamentale per l’efficace perseguimento degli obiettivi della coesione sociale, del dialogo interculturale e per il corretto esercizio della democrazia partecipativa e rappresentativa, Consapevole delle difficoltà e delle sfide che per l’efficace esercizio di tali funzioni discendono dalla mancanza di più adeguate forme di governabilità ai vari livelli, in particolare a livello internazionale, Preoccupato delle persistenti minacce alla stabilità e alla sicurezza dovute al terrorismo, agli squilibri economici e sociali nelle condizioni di vita nel mondo, agli atti di violenza perpetrati da regimi autoritari, alle flagranti violazioni del vigente diritto internazionale, al dissennato riarmo in atto, al criminale comportamento di singoli e di gruppi i quali incitano al razzismo, alla xenofobia, alla discriminazione razziale e di genere, Preoccupato del fatto che paesi, che pur vantano antiche tradizioni di democrazia e di rispetto dei diritti umani e dei principi dello stato di diritto, violano flagrantemente la Carta delle Nazioni Unite, parte essenziale del vigente Diritto internazionale, usando la forza militare per operazioni contrarie ai principi e agli obiettivi delle Nazioni Unite, Deplorando il persistente uso strumentale e mistificatorio dei diritti umani e dei principi democratici per perseguire interessi di parte incompatibili col bene comune dei membri della famiglia umana, Consapevole che per la protezione dei diritti umani riconosciuti dalla Costituzione della Repubblica Italiana in conformità con i principi e le norme del vigente Diritto internazionale dei diritti umani e con la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, non ci devono essere barriere né ideologiche né territoriali, Considerando che il Comune è territorio, ma non confine, quindi spazio inclusivo di tutti coloro che vi risiedono e che sono, egualmente, titolari dei diritti e dei doveri di cittadinanza riconosciuti dalla Costituzione e dalla Dichiarazione universale dei diritti umani ad ogni persona umana, Consapevole del fatto che il Comune è polo territoriale essenziale per la messa in pratica del principio di sussidiarietà, perché più vicino ai bisogni vitali delle persone, delle famiglie e delle formazioni di società civile, Convinto che la cooperazione internazionale multilaterale è sempre più necessaria per l’efficace esercizio delle funzioni di governo a qualsiasi livello, Consapevole del positivo ruolo svolto dalle Nazioni Unite in vari settori, in particolare in ordine alla affermazione del Diritto internazionale dei diritti umani, alla diffusione della cultura della pace e dello sviluppo umano, alla valorizzazione delle organizzazioni non governative, alla diffusione della sensibilità per i diritti delle donne e dei bambini, Intendendo celebrare il sessantesimo anniversario dell’Organizzazione delle Nazioni Unite e richiamando tutti a un più deciso impegno perché sia messa in grado di effettivamente operare per il conseguimento degli obiettivi di pace, sicurezza e sviluppo in ogni parte del mondo, Considerando che gli organi dell’Organizzazione delle Nazioni Unite sono composti dai rappresentanti degli stati che ne sono membri e che pertanto dalla loro volontà politica dipendono fondamentalmente la volontà e l’operatività dell’Organizzazione, Con la piena legittimità di cui il Comune è investito anche in virtù degli articoli 4 e 5 del proprio Statuto, che stabiliscono che “Il Comune fonda la propria azione sui principi di libertà, di solidarietà di giustizia e di pace”(art. 4) e che “Il Comune considera imprescindibili, nel realizzare i propri compiti, i principi di crescita della cultura della non violenza, della pace … A tal fine ripudia la guerra… promuove la cooperazione tra i popoli, riconoscendo nella pace un diritto fondamentale delle persone ed un dovere della comunità locale che ad essa deve ispirarsi lavorando per porre insieme tutte le condizioni che rendono concreta la sua attuazione” (art. 5), Il Consiglio comunale 1. Ribadisce la propria fede negli ideali, nei principi e negli obiettivi enunciati nella Carta delle Nazioni Unite, nella Dichiarazione Universale dei Diritti umani e nel Diritto internazionale quale innovato e umanizzato dalla Carta, dalla Dichiarazione e dalle successive Convenzioni giuridiche in materia di diritti e libertà delle persone e dei popoli, 2. Ribadisce con forza la centralità delle Nazioni Unite nella costruzione di un ordine di pace e di giustizia sociale ed economica quale definito dall’articolo 28 della Dichiarazione universale, 3. Rinnova con estrema determinatezza, in conformità con l’articolo 11 della Costituzione, il ripudio della guerra, che la stessa Carta delle Nazioni Unite perentoriamente proscrive come ‘flagello’, 4. Richiama tutti a rispettare quanto stabilito dall’articolo 20 del Patto internazionale sui diritti civili e politici, ratificato dall’Italia nel 1977: “Qualsiasi propaganda a favore della guerra deve essere vietata dalla legge”, 5. Invita le istituzioni dello stato ad adempiere scrupolosamente all’obbligo, sancito sia dalla Costituzione sia della Carta delle Nazioni Unite, di ricorrere a mezzi pacifici per la risoluzione delle controversie internazionali, 6. Urge perché si proceda immediatamente, nel rispetto dei principi e degli obiettivi della Carta, a porre l’Organizzazione delle Nazioni Unite nella condizione di funzionare con efficacia ed efficienza, salvaguardandone l’identità di massima organizzazione mondiale deputata a mantenere la pace e la sicurezza nella giustizia e a facilitare lo sviluppo economico e sociale in ogni parte del mondo, 7. Sottolinea che la riforma dell’ONU non deve assolutamente intaccare tale identità e deve pertanto essere condotta con l’obiettivo di rafforzare le Nazioni Unite, 8. Prende atto positivamente che il Segretario Generale delle Nazioni Unite, nel suo Rapporto intitolato “In una più ampia libertà: verso lo sviluppo, la sicurezza e I diritti umani per tutti”, afferma che “I principi e gli obiettivi della Carta delle Nazioni Unite rimangono validi e importanti come lo erano nel 1945” e che “il momento attuale offre una preziosa occasione per metterli in pratica”, 9. Condivide nel complesso la parte diagnostica del Rapporto con riferimento alle minacce alla sicurezza, 10. Esprime vivo sconcerto per l’interpretazione “estensiva” che in tale Rapporto viene data dell’articolo 51 della Carta riguardante l’uso della forza da parte degli stati a titolo di autotutela individuale e collettiva in risposta ad attacco armato, e fa presente che tale articolo costituisce eccezione, rigorosamente circostanziata, al generale divieto dell’uso della forza per la risoluzione delle controversie internazionali, 11. Ritiene pertanto che, oltre che contraria allo spirito e alla lettera della Carta, l’interpretazione del Rapporto secondo cui la forza può essere usata dagli stati anche quando la minaccia è imminente e addirittura non-imminente o latente, costituisce una falla macroscopica portata al sistema della sicurezza collettiva prevista dalla Carta, 12. Si dichiara vivamente preoccupato anche per l’allarme sociale che questa interpretazione sta suscitando in seno all’opinione pubblica, già sconcertata da operazioni belliche condotte da coalizioni di stati in flagrante violazione della Carta delle Nazioni Unite e del vigente Diritto internazionale, allarme tanto più grande quanto più diffusa e avvertita si fa la conoscenza relativa al forsennato riarmo in atto e all’aumento della relativa spesa di bilancio 13. Non può fare a meno di denunciare che, nel Rapporto, alla totale assenza di attenzione per il tema della democratizzazione dell’ONU e delle altre istituzioni internazionali si accompagna la palese insensibilità nei riguardi del ruolo di pace e di sviluppo umano che innumerevoli organizzazioni non governative e formazioni di società civile globale stanno da decenni svolgendo in ogni parte del mondo, 14. Dichiara tutta la propria delusione a fronte della povertà di proposta del Rapporto, specialmente per I capitoli riguardanti l’Assemblea Generale, il Consiglio di Sicurezza e il Consiglio Economico e Sociale, 15. Deplora che il Rapporto non faccia menzione della necessità di abolire il potere di veto in seno al Consiglio di Sicurezza, 16. Reputa inutile, oltre che discriminatorio per gli stati, introdurre in seno al Consiglio di Sicurezza una nuova categoria di membri con status di membri permanenti o semi-permanenti, anche se per ambedue non sia previsto il potere di veto, 17. Considera con favore l’idea, contenuta nel Rapporto del Segretario Generale, di allestire in via permanente, sotto la diretta autorità delle Nazioni Unite, un sistema di coordinamento, delle unità militari regionali di rapido impiego (stand-by) per il perseguimento di obiettivi di polizia e di giustizia internazionale, non di guerra, vedendo in questo la premessa, giuridica e politica, per l’ingresso dell’Unione Europea nel Consiglio di Sicurezza, 18. Chiede al Parlamento e al Governo di considerare l’opportunità di fare proprie le seguenti proposte: Assemblea generale: a) rendere tripartita la composizione delle delegazioni nazionali: esecutivo, parlamento, società civile, b) rafforzare le funzioni di orientamento generale della politica dell’ONU e dell’intero sistema di Agenzie specializzate, con riferimento alle due grandi aree operative dello sviluppo umano e della sicurezza umana: in questo contesto, avviare il controllo democratico anche sul Consiglio di sicurezza, c) creare un’Assemblea parlamentare delle Nazioni Unite, organo elettivo di secondo grado con funzioni consultive (emissione di “pareri”), quale premessa per la successiva istituzione di un Parlamento delle Nazioni Unite. La composizione dell’Assemblea Parlamentare dovrebbe essere di delegazioni dei parlamenti nazionali, del Parlamento europeo, del Parlamento Panafricano, del Parlamento Latino-americano e, eventualmente, delle “assemblee parlamentari” di organizzazioni quali il Consiglio d’Europa, la OSCE, ecc.. Consiglio di sicurezza: a) assicurare maggiore rappresentatività alla sua composizione mediante l’aumento del numero dei paesi del Sud del mondo, b) ammettere, in qualità di membri con speciale status, l’Unione Europea e quelle Organizzazioni regionali che gestiscono missioni di pace su autorizzazione delle NU (ed entrano a far parte del coordinamento permanente delle forze di polizia regionali sotto l’autorità de c) in vista della abolizione del potere di veto, stabilire la moratoria per il suo esercizio, con speciale riferimento alla materia della pace e dei diritti umani, d) coordinare le organizzazioni regionali in materia di sicurezza, e) istituire un corpo permanente di polizia internazionale. Consiglio economico e sociale, ECOSOC: trasformazione in Consiglio per la sicurezza economica, sociale e ambientale, con funzioni di: a) orientamento dell’economia mondiale secondo principi di giustizia sociale ed economica (parametri: diritti economici e sociali internazionalmente riconosciuti, principio di interdipendenza e indivisibilità di tutti i diritti umani), b) supervisione delle ‘public policies mondiali’ per la gestione dei beni globali (global goods) e in applicazione dei Programmi d’azione delle Conferenze mondiali, c) coordinamento delle Agenzie specializzate e istituzionalizzazione della cooperazione con le Organizzazioni regionali in materia economica e sociale, d) coordinamento effettivo di Banca Mondiale e Fondo Monetario, e) gestione del complesso sistema internazionale dei diritti umani, f) gestione del sistema di “risorse proprie” delle NU. Corte internazionale di giustizia: a) competenza a ricevere “ricorsi individuali”, b) controllo di legittimità sugli atti del Consiglio di sicurezza. Corte penale internazionale: § creazione di un corpo di polizia giudiziaria internazionale (Caschi blu giudiziari). Commissione dei Diritti Umani: ° mantenimento dell’attuale Commissione, allargandone la partecipazione a tutti gli stati membri delle Nazioni Unite, con prevalenti funzioni di dialogo politico e interculturale, ° creazione di un Consiglio permanente dei diritti umani, come proposto dal Segretario Generale, a composizione più limitata e “mista”: rappresentanti degli stati e rappresentanti di organizzazioni di società civile, con più efficaci funzioni di garanzia dei diritti internazionalmente riconosciuti. Comitato degli Enti di Governo Locale alle Nazioni Unite: § potenziamento delle funzioni consultive, con la competenza a emettere “pareri”, ufficiali, dell’attuale United Nations Advisory Committee on Local Authorities, UNACLA. Comitati di supervisione delle Convenzioni internazionali sui diritti umani: a) generalizzazione della procedura della “comunicazione individuale”; b) ammissione di “rapporti” ufficiali delle ONG sul modo con cui gli stati adempiono agli obblighi assunti con la ratifica delle Convenzioni. Per quanto riguarda le ONG e altre formazioni di società civile globale: a) elevazione dello status consultivo a status co-decisionale per materie quali sviluppo umano, diritti umani, ambiente, b) estensione dello status consultivo presso il Consiglio di sicurezza e l’Assemblea generale, c) istituzionalizzazione della partecipazione alle delegazioni nazionali (tripartite) all’Assemblea generale, all’ECOSOC e alle Conferenze mondiali, d) consultazione sulle candidature al posto di Segretario generale. Il Consiglio comunale Convinto della necessità che la democratizzazione delle Nazioni Unite debba iniziare fin dal momento in cui viene elaborato un progetto organico di riforma, Propone che venga istituito, su decisione dell’Assemblea Generale, un organo ad hoc denominato “Convenzione globale per il rafforzamento e la democratizzazione delle Nazioni Unite”, Suggerisce che la Convenzione globale comprenda, indicativamente, le seguenti fasce di rappresentanza: · gli stati membri delle NU, per raggruppamenti regionali · le più importanti istituzioni del sistema delle NU · le Organizzazioni ‘regionali’ (UE, UA, OSA …) · le assemblee parlamentari delle Organizzazioni regionali e i parlamenti nazionali (per aree regionali) · gli enti di governo locale (mediante la nuova rete “United Cities and Local Government”) · la rete delle Ong beneficianti di status consultivo · il movimento globale delle donne · gli Osservatori Permanenti alle NU Chiede al Parlamento e al Governo che operino affinché la proposta di Convenzione globale sia fatta propria dalle Istituzioni dell’Unione Europea e da queste presentata in sede internazionale. Ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale nella seduta del 12.9.2005


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