Pensando ad un contributo nel dibattito sul futuro della città, mi viene in mente un titolo: “La Portoferraio che vogliamo: i progetti, la passione e la partecipazione”. Un progetto di città deve poter far camminare insieme tre aspetti: la protezione-qualità sociale, lo sviluppo economico e la qualità dell’ambiente. Ciò richiede un rapporto stretto con tutte le istituzioni locali, a cominciare dagli altri comuni elbani, per affrontare i problemi di dimensione comprensoriale e cogliere tutte le occasioni di finanziamento delle leggi e dei programmi comunitari. Un’opportunità è rappresentata dalla neonata associazione “Arco Latino” che comprende cinquantasei province costiere di Italia (fra cui la nostra) e di Francia, Spagna e Portogallo. Si tratta di una realtà che si propone azioni comuni e concertate nel contesto dell’integrazione dell’Europa mediterranea. Protezione e qualità sociale. Chi vive a Portoferraio deve sentirsi davvero a casa propria, considerando la città come un bene di cui usufruire con rispetto e da migliorare con il contributo di ciascuno. Una preoccupazione del Comune, inteso come amministrazione, dovrebbe essere quella di coltivare il senso di appartenenza promuovendo l’accesso, la partecipazione e l’inclusione, e sfavorendo, in tutti i modi, meccanismi e fenomeni di discriminazione e privilegio. Al centro degli interessi e delle attività, una città vivibile dovrebbe riconoscere quei cittadini che, per età o condizione, hanno bisogno di maggiori attenzioni: bambini e giovani, anziani, ammalati, portatori di varie forme di disagio. Allora, la politica (e la gestione) dei servizi dovrà essere attenta a non escludere queste persone, e per raggiungere l’obiettivo si dovrà favorire la collaborazione delle realtà sociali (a cominciare dalle famiglie) per soddisfare i diritti fondamentali di tutti. Approfondire il legame sociale è accrescere quello spirito di solidarietà che aiuta a vincere la paura di non farcela a superare i problemi, una paura che spesso ha sorgente nel senso di isolamento e nella mancanza di sostegno sociale. Insomma, occorre abbattere tutti i muri che non aiutano la comunità a crescere e a svilupparsi. Qualità sociale vuol dire anche approfondimento della propria storia e riscoperta delle tradizioni locali, delle diverse realtà ed istituzioni culturali, delle espressioni della creatività: riconoscere ad esse il giusto spazio significa creare occasioni di crescita che costituiscono un investimento anche economico. Occuparsi di sociale è prestare attenzione a settori quali la scuola e la sanità nel contesto insulare, contribuire alla sicurezza personale e sociale, come pure rendere possibile, a chi ne ha effettivo diritto, il soddisfacimento del bisogno abitativo. La città di Portoferraio ha necessità di veder riqualificate parecchie delle sue zone: un obiettivo che si può raggiungere, da un lato, superando l’idea che la città abbia uno o due centri (con tutto il resto ridotto a periferia o margine), dall’altro, favorendo il costante coinvolgimento e protagonismo di chi vi abita e lavora. Sviluppo economico. La risorsa turismo dovrà catalizzare l’attenzione di un’amministrazione, ma senza tralasciare altre attività che, più o meno collegate al turismo, possono garantire ulteriori sbocchi economici. Accanto alla costante azione di adeguamento dei servizi e delle strutture turistiche, è necessario raccogliere la sfida di un futuro non troppo lontano: l’apertura dell’area di libero scambio del Mediterraneo vedrà l’irrompere di proposte nuove e vantaggiose (per i turisti e per gli investitori) in forte concorrenza con quelle italiane ed elbane. Una realtà che richiede una seria riflessione su fattori quali “specializzazione” ed “innovazione”, e conseguenti scelte (coraggiose) in favore di una formazione adeguata e qualificata, strettamente rapportata a serie politiche del lavoro. Qualità dell’ambiente. L’Elba senza una buona qualità ambientale rinnegherebbe se stessa. Portoferraio deve fare la sua parte e ha un ruolo da svolgere quale comune “capoluogo”. Non si può prescindere dal Parco per il quale, con il superamento della prima fase di assestamento e del commissariamento, dovrà accelerarsi il processo di sviluppo delle potenzialità. Le sue enormi possibilità dovranno sempre più apparire vantaggiose (sotto molti punti di vista) agli occhi del cittadino. In questo contesto va anche superata in modo intelligente la sofferta questione venatoria che, suo malgrado, rischia di oscurare gli altri aspetti della gestione di un parco. Se si superano, insieme, resistenze di carattere “psicologico” o “culturale”, è da ritenere possibile una sapiente gestione del territorio, in cui ogni ente, agendo secondo le proprie competenze e in dialogo con gli altri, concorre allo sviluppo del bene-Elba. Da non trascurare è il ruolo educativo che un’amministrazione può svolgere, soprattutto in un campo come quello ambientale (si pensi alla conoscenza del territorio che può favorire atteggiamenti e comportamenti di rispetto; o alla raccolta differenziata dei rifiuti, sicuramente una strada da considerare per la soluzione quantitativa ed economica del problema rifiuti). La Portoferraio che vogliamo dovrebbe essere resa viva dalla passione. Una parola che evoca innamoramento e pazienza: un forte legame (l’innamoramento) con la propria città e l’isola per sentire, vivere e gustarne l’appartenenza; e insieme la disponibilità a vivere la pazienza dell’impegno per la tutela e lo sviluppo del bene comune. Credo che su tali temi a Portoferraio sia possibile aggregare persone, energie già da tempo impegnate su questa strada. Collegarsi e coordinarsi per affrontare la sfida del futuro di una città sempre più aperta (europea, turistica) e sempre più solida nel legame sociale fra i suoi abitanti. La stessa partecipazione diventa allora un bene coessenziale alla realizzazione di un progetto di città, oltre che espressione di una passione che genera entusiasmo. E’ per questo che occorre favorire – in tutti i modi – occasioni di incontro e di confronto per valutare e costruire proposte, per individuare priorità e portare alla luce aspirazioni e bisogni sommersi. Un percorso che, ben oltre le rigidità delle formule e dei titoli, anche facendo tesoro di esperienze storiche, deve essere realmente partecipativo, creativo/innovativo e concreto nei risultati. In conclusione, vorrei ricordare la necessità di rafforzare una convinzione: che non è (più) possibile trascurare lo scenario internazionale di cui siamo parte; un contesto che sempre più ci tocca e coinvolge, con i conflitti, le ingiustizie, le guerre, i cambiamenti ambientali e climatici. E che sempre più ci coinvolge anche nell’aspirazione alla pace e ad un equo sviluppo planetario. E che obbliga a porsi responsabilmente una forte domanda: quale potrà essere la vita per le generazioni che vengono? La risposta che daremo potrà orientare le nostre scelte e la soluzione dei numerosi problemi.
portoferraio panorama piazzale de laugier
Nunzio Marotti
portoferraio panorama da schiopparello faro
portoferraio panorama da linguella 2