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Onda nera su Nisporto e Nisportino, si lavora ma il peggio è passato

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 14 marzo 2003

“Il vento che è ruotato da maestrale a grecale ed ha rinforzato, agitando il mare, ha frammentato ulteriormente i residui oleosi che rimanevano in galleggiamento e li ha spinti a largo, si può dire che le condimeteo avverse ci hanno dato una mano” Vincenzo Di Marco il Comandate della Guardia Costiera dell’Isola d’Elba, fa un bilancio positivo di un’altra giornata di impegno contro il petrolio che in due grandissime chiazze (estese per circa un miglio) ha minacciato di spiaggiare sulla costa nord dell’Isola tra Nisportino e i Mangani, con effetti che sarebbero stati disastrosi. “Si è continuato a lavorare da terra coordinandoci con il Comune di Rio nell’Elba – dice Di Marco - in mare invece è stata effettuata un’uscita di una motovedetta, ma solo per controllo”. Ed il Comandante ragiona sulla quantità davvero notevole di olio recuperato dai mezzi della Castalia 25 metri cubi, qualcuno deve avere scaricato in mare una quantità enorme che lascia pochi dubbi sulla origine del rilascio. Si tratta con ogni probabilità di un lavaggio abusivo delle cisterne di una petroliera, avvenuto probabilmente intorno a 5 giorni fa a Nord dell’Isola d’Elba. Riflettiamo su quanto ci dice l’ufficiale: “Per trovare ad una massa simile di materiale inquinante devo tornare al mio primo giorno di servizio a Portoferraio quando “salvammo” Pianosa”. La notizia dell’inquinamento è uscita dalla Capitaneria ad operazioni quasi concluse, all’Elba non si è creato allarme, ma il rischio che si è corso è davvero stato grosso, il peggiore degli ultimi anni. Di Marco continua a non parlare delle indagini sui responsabili dice solo: “.. non penso si sia trattato di una nave italiana”. Noi continuiamo a sperare in una sollecita entrata in vigore della normativa europea che consenta di pizzicare i criminali che inquinano anche oltre i limiti delle acque territoriali. E vorremmo anche che a questi militari che vanno per mare a difendere il nostro ambiente, giungesse un aiuto anche dal cielo. Non intendenderemmo affidarci al Signore, ma all’utilizzo di quelle soficatissime tecnologie che consentono ai satelliti di distinguere la testa di un chiodo sulla superficie terrestre ma che non vengono ancora utilizzate per inchiodare chi può impunemente assassinare il mare nostro e di tutti, e le nostre coste.


di marco vincenzo

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motovedetta + 805

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