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A prescindere dagli schieramenti

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 07 settembre 2005

Caro Sergio, incuti un po’ di rispetto – te lo confesso - con quella barbona che volge inesorabilmente al grigio, ma le cose che dici danno da pensare anche a chi, come me, non si ritrova, neanche genericamente, sulle posizioni peraltro assai articolate della sinistra. Danno da pensare, a prescindere dagli schieramenti, perché traggono origine (non solo,vero?) da temi che ci riguardano tutti, come quelli della compromissione del territorio, versante sul quale tanti guasti sono stati fatti senza distinzione di casacca, sempre in difesa di interessi particolari o nascosti, spesso anche privi di qualsiasi ricaduta sulla nostra Isola. Si è trattato di una catena pressochè ininterotta di azioni o di omissioni, magari modesta se esaminata nel contesto singolo ma poi possente fiumana in un quadro più generale, che ci porta oggi alla più amara delle conclusioni: cerchiamo di salvare il salvabile. Non ho, come si sa, una visione contraria allo sviluppo, anzi ritengo (anche per la mia collocazione di fede) che l’uomo debba essere sempre considerato al centro del Creato, ma come non adirarsi di fronte agli strazi cui abbiamo assistito ed assistiamo, come non preoccuparci dei fenomeni speculativi che, con insistenza, ci perseguitano, magari interessando, in maniera certo non positiva per l’immagine dell’Elba, le cronache giudiziarie? Si fa un gran parlare di “sviluppo sostenibile”, uno slogan come un altro, se non segnato da atteggiamenti virtuosi, dal rispetto dell’ambiente, dall’obbiettivo di una diversa qualità della vita (abbiamo molto, ma siamo come perduti ed insoddisfatti perché manca la sostanza). Dietro le tue dimissioni, naturalmente, c’è dell’altro. Maliziosamente provo ad indovinare, per esempio, che dopo aver sostenuto duri scontri per favorire l’attuale assetto amministrativo di Portoferraio, tu sia deluso per come vanno le cose, suppergiù come ai tempi di Ageno, se non peggio, una città sempre più marginale, ripetitiva nei problemi irrisolti, incapace di fare quel salto di qualità che molti auspicano (tra questi il sottoscritto) e ritengono possibile, una città già ridotta a colonia dai livornesi ed ora anche dai piombinesi (non faccio del campanilismo spicciolo, mi limito a registrare i dati). Voglio dire fino in fondo come la penso io, a costo di farmi qualche altro nemico. Il vero tema da affrontare sarebbe quello di progressivo impoverimento ed isterilimento della classe dirigente e della sua qualità, tanto che siete dovuti ricorrere a vecchi ferri del mestiere, come Danilo. Senza una classe dirigente all’altezza dei compiti sempre più significativi imposti dalla modernità e dalla globalizzazione si fa poca strada, o si torna indietro. Apri un dibattito su questo tema che riguarda tutti, destra, sinistra, centro. Scrivi invece che “rimani a disposizione della sinistra”. Perché? Perché sempre discriminare quando c’è del buono dovunque? Hai fatto – per me - una cosa egregia ed all’altezza dei tempi con la tua iniziativa editoriale. Rinnova, da bravo chierichetto, seppur “rosso”, il proposito di stare al servizio dell’intera nostra Comunità. On.Pino Lucchesi Caro Pino Ti ringrazio e colgo l'occasione per ringraziare gli amici ed i compagni che in un giorno duro da vivere (e non lo dico tanto per dire) assai più numerosi di quanto potessi immaginare, mi hanno inviato mail e sms, mi hanno telefonato e fatto visita, sempre dimostrandomi affetto, indipendentemente da come la pensavano, sulla mia vicenda e su cose molto più importanti. Ma torniamo a bomba. A disposizione della sinistra o della intera comunità elbana? Di entrambe, se mi consenti; ovvio che chi informa è al servizio di tutti comunque la pensino (e per qualche annetto ancora vorrei scrivere), la disponibilità a cui facevo riferimento era quella a lavorare ad un processo unitario della "sinistra sostanziale" di cui mi sento parte. Come chierichetto rosso o bianco però non mi ci vedo, anzi, parafrasando Marx (Groucho non Karl), se fossi prete non accetterei mai uno come me per chierichetto. Deluso per come vanno le cose a Portoferraio? "Incazzato" lo trovo più calzante e sai perchè? Perchè la vera ala destra dello schieramento che governa Portoferraio, quella che pilota le scelte dell'amministrazione verso sponde e filosofie più liberiste (in primis nella gestione del territorio) è costituita da un partito nel quale stavo fino a ieri (e anche questo non è un modo di dire). Ciò premesso qualsiasi paragone con la passata amministrazione lo trovo irriverente, quella di Ageno è stata in assoluto la peggiore compagine amministrativa che Portoferraio ricordi, il punto più basso della parabola, devastante per l'immagine di Portoferraio, per le finanze comunali, deleteria per il suo rapporto di dipendenza anche culturale da lobby e logge, sempre pronta a stare dalla parte degli interessi dei soliti nefasti noti portoferraiesi che comunque non demordono e stanno tornando alla carica. "L'Elba agli elbani" è uno slogan che non mi ha mai affascinato, forse perche sono portato a pensare che il metalmeccanico di Dusseldorf ha contribuito a versare più o meno negli ultimi 20 anni una trentina di milioncini di lire "a chiorba" a ciascun elbano, ragionando solo dei contributi europei ciucciati da questo territorio. L'Elba è un patrimonio del mondo. Siamo colonizzati dai piombinesi? Non so dirti se mi sento più colonizzato dal piombomarinese Anselmi o dal pistoriese Bosi, visto che sono stati entrambi pronubi dell'accoppiata Guerrieri-Mancuso e che filano d'accordo che è un amore. Esaurite le divergenze vediamo dove concordiamo. A parte i ragionamenti sull'ambiente (anche io metto laicamente al centro l'essere umano, a patto che non rompa troppo le palle agli altri esseri) e sulla trasversalità della incultura ambientale, concordo con il tuo stigmatizzare la scarsa qualità della classe dirigente isolana. Se non è il principale dei problemi è almeno uno dei principali. Però occorre specificare che questa carenza di qualità culturale e progettuale non la si può riferire al solo mondo della politica in senso stretto. Se Atene (la classe politica) piange non è che si sganasci dalle risate Sparta (l'imprenditoria, le associazioni di categoria e sindacali) che secondo me è messa anche peggio. Allora, atteso che noi elbani siamo mediamente ciuchi, occorrerà studiare, per iniziare valorizzando le esperienze virtuose che anche all'Elba si riscontrano e analizzando i modelli di quelli che sanno fare turismo, amministrazione, politica, informazione che stiano a Seccheto o a Timbuctù. Quanto ai vecchi attrezzi, qualche volta funzionano pure decentemente, e prima di ricoverarli in cantina sarà meglio disporre di qualcosa di più efficiente. Spero mi perdonerai questo Cicero pro domo nostra (mia, tua e di Danilo) finale.


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