Cartelli grandi e colorati piazzati agli incroci più pericolosi, che attirano l’attenzione più della segnaletica stradale. Automobilisti tratti in inganno, un’occhiata ai caratteri accattivanti, ed un tamponamento schivato per un soffio, almeno per stavolta. “Il fenomeno della cartellonistica abusiva sulle strade elbane è un problema gravissimo, non più tollerabile - spiega l’assessore provinciale Laura Bandini durante la conferenza stampa - non si tratta di un problema burocratico ma di sicurezza della viabilità, di rispetto del codice stradale.” La Provincia, in collaborazione con i Vigili Urbani, sta partendo con una campagna sistematica per individuare tutti gli abusi. Spesso si tratta di indicazioni di pizzerie, ristoranti o altro, segnalati a distanza di decine di chilometri, e non quindi di una semplice indicazione di attività. Piuttosto una specie di gioco dell’oca pubblicitario, o un cruciverba stradale, dove chi sbaglia viene portato via con il carro-attrezzi. “I cartelli privati – continua l’assessore – oltre ad essere pericolosi deturpano anche il paesaggio, proprio mentre l’Elba sta facendo grandi sforzi per un recupero d’immagine e di qualità.” La Polizia provinciale conta anche sulla collaborazione dei comuni elbani, all’interno dei quali le strade provinciali diventano di loro pertinenza (strade provinciali abitate), e delle associazioni di categoria. “Con gli Albergatori – specifica la Bandini – abbiamo già in precedenza elaborato 2 progetti per una cartellonistica omogenea.” “Le sanzioni per chi installa cartelli abusivi, sia sui tratti demaniali, sia anche su terreni privati – spiega il comandante della polizia provinciale Giuliano Luciani – sono di 357 euro, più le spese. Se entro 10 giorni il cartello non viene rimosso si passa a 4.200 euro di multa.” Già in passato la Provincia era intervenuta facendo rimuovere circa 500 cartelli fuori norma. “Gli abusi possono essere di diversi tipi – precisa Nicola Gherarducci, responsabile del distretto stradale dell'Elba – come posizionamenti fuori norma, o dimensioni non consentite.” In molti casi le aziende si affidano direttamente alle ditte pubblicitarie, pensando così di essersi tolte da ogni responsabilità. “Non è affatto così – conclude Luciani – in questo caso c’è il concorso in abuso ed a pagare sono entrambi.”
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