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A Sciambere dell'accoglienza

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 06 settembre 2005

Colazione in un bar elbano iniziata con lunga sosta davanti al banco in attesa che qualcuno si decida a prepararci un caffè, giunge poi un cameriere con l'aria schifata, non afferra la richiesta di farcelo macchiato, ce lo presenta. Prendiamo il bricchetto del latte freddo c'è dentro solo un velo di latte, lo diciamo al cameriere: sbuffa prende il latte freddo dal frigo, non gli passa neanche per l'anticamera del cervello di sciacquare il contenitore metallico che probabilmente sta lì da un bel po', e ci versa su altro latte. Ci portiamo ad un tavolino la tazzina ed un cornetto raggiungendo un amico con cui iniziamo a chiacchierare, ma dopo pochi secondi il cameriere esce dal banco e si mette a scopare il pavimento, entrano altre tre persone, ma il cameriere in luogo di sospendere la scopata prosegue fino al punto in cui stiamo noi e inizia, rusticamente a spazzarci tra i piedi. Evidentemente uno dei signori che attende di essere servito deve aver sussurrato qualcosa. Il cameriere cercando evidentemente la nostra complicità ci dice (neppure a voce bassissima): "Vedi a questo vecchiaccio ... gli spaccherei il manico della granata in capo!" (NDR per i non elbani: granata = scopa). Decidiamo di lasciare quanto prima la postazione: ci sono cascate altre briciole a terra e poi il "vecchiaccio" è un nostro conoscente e coetaneo ... meglio tagliare la corda. Quando siamo fuori, al sicuro, ci mettiamo a ragionare sui dotti ragionamenti relativi alla qualità della nostra accoglienza turistica.