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Bidello del Liceo Foresi uccide per vendetta padre e figlio

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : venerdì, 02 settembre 2005

Francesco Marino, uomo mite e duplice omicida Quando hanno saputo la notizia i colleghi del liceo Foresi di Portoferraio hanno pensato ad un caso di omonimia. Non potevano credere che fosse proprio lui, il mite Francesco, sempre tranquillo con gli studenti anche quando gli altri perdevano la pazienza, ad aver compiuto un simile gesto. Tra i ragazzi Francesco era adorato, un bidello-cantante, sorridente e disponibile. Eppure non c’è stata nemmeno una lite improvvisa a far perdere la testa a Francesco Marino, 53 anni, abitante ad Aversa, dove trascorreva i periodi di vacanza, e da 7 anni residente a Portoferraio per il suo incarico di bidello in varie scuole del capoluogo. Vede padre e figlio, torna in casa prende la pistola e spara una decina di colpi Mentre scendeva le scale della sua abitazione nella periferia degradata della provincia di Caserta, ha visto rientrare nel box con la motoape padre e figlio, stanchi dopo una giornata di lavoro, ma sereni. Probabilmente proprio quella scena di amicizia familiare deve aver trasformato in follia tutto il dolore ed il rancore per il figlio Raffaele ucciso quattro anni fa, accidentalmente, proprio da quel ragazzo che adesso stava sorridendo insieme a suo padre. Forse non ha sopportato di vedere che “la vita continua” nonostante Raffaele fosse morto, a causa di un colpo involontario d'arma da fuoco, a soli 23 anni. Erano le 19,30 di mercoledì quando il Marino è tornato indietro, ha preso la pistola di vigilantes di Raffaele, conservata ancora a distanza di tutto questo tempo, ha sceso di nuovo le scale, ha raggiunto i due ed ha sparato una decina di colpi. “Sembrava ci fossero i fuochi d’artificio”, hanno dichiarato i vicini di casa ed i numerosi testimoni. Per Felice Gravino, 52 anni, e per suo figlio Francesco, 27, non c’è stato scampo. Il primo a cadere sotto i colpi calibro 9 è stato Felice, freddato mentre era ancora nel box. Francesco ha tentato di fuggire, ma è riuscito a percorrere solo pochi metri, quando è stato centrato alla testa da almeno due proiettili. Poi la fuga, la confusione, le ambulanze del 118. Quando i soccorsi sono giunti sul posto per i due non c’era più niente da fare. Ma i testimoni non si sono chiusi nella catena di omertà, hanno parlato, hanno fornito particolari precisi, e la Polizia è immediatamente risalita all’identità dell’omicida. Si sveglia dalla follia, chiama l'avvocato e si costituisce E’ passato poco tempo, durante il quale deve essersi dissipata l’ondata di follia, ed il Marino ha chiamato il suo avvocato, il dott. Ferdinando Trasacco di Aversa. “Appena ha realizzato mi ha chiamato - racconta l’avvocato - ed io l’ho invitato subito a chiarire con le autorità. Lui mi ha detto che ha visto passare il ragazzo, e poi non ha capito più che cosa gli sia successo. E’ andato su, ha preso la pistola ed ha sparato. Siamo andati subito al Commissariato – spiega l’avvocato - non ha fatto altro che dire tutta la verità su come erano andati i fatti. Venerdì alle 9,30 ci sarà l’udienza di convalida, staremo a vedere quale sarà la contestazione del gip, se gli verrà attribuita la premeditazione. Noi imposteremo di conseguenza la difesa.” Quattro anni fa il tragico incidente, l'amico spara involontariamente, muore il figlio Raffaele Era il 26 settembre 2001 quando in un appartamento del “Grattacielo” di Portoferraio Francesco Gravina, allora ventitreenne, colpì accidentalmente al fianco (come poi constatarono i giudici della procura di Livorno) con la sua pistola di vigilantes l’amico Raffaele, figlio di Francesco Marino, ferendolo a morte. Il ragazzo fu trasportato immediatamente al pronto soccorso di Portoferraio, ma morì nonostante un disperato intervento chirurgico. I due ragazzi avevano seguito Francesco Marino all’Elba ed avevano trovato un impiego stagionale come vigilantes per la Securpol. Erano amici fraterni, ad Aversa abitavano nello stesso caseggiato a due numeri civici di distanza. Dopo le indagini dei carabinieri ed il processo a Livorno Francesco Gravina viene prosciolto da ogni responsabilità. E’ stato un tragico incidente. Ma il padre di Raffaele non ne è pienamente convinto, a lui rimangono molti dubbi. Dichiara in un’intervista al Tirreno del 15 gennaio 2004: «I giudici non hanno riconosciuto la volontarietà dell’atto. Eppure la pistola è stata sfilata dalla fondina, è stata tolta la sicura è stata caricata e puntata e premuto il grilletto. I giudici hanno riconosciuto la non volontarietà del gesto. Noi chiediamo che si riesamini il caso e che si valuti seranamente quanto è accaduto. Per una questione di giustizia. Mio figlio non può e non deve essere ucciso due volte». Un bidello-cantante amato da tutti. Nunzio Marotti: l'insondabilità dell'animo umano Francesco Marino, nonostante l’immenso dolore, sembra riprendere la vita di sempre. Lavora a Portoferraio e torna ad Aversa dalla moglie e dagli altri 5 figli ogni volta che ha le vacanze. Parla di rado dell’incidente di suo figlio, non manifesta mai nessuna intenzione di rivalsa. Sembra un uomo pacificamente rassegnato. Riprende anche a cantare. Ha la passione per le canzoni napoletane, una bella voce, calda e vibrante. Ha inciso anche un cd, insegnanti e studenti lo acquistano come segno di affetto per il bidello sempre gentile. “Un uomo mite segnato dal dolore del dramma familiare, - così lo descrive Nunzio Marotti, insegnante del Liceo Foresi, che ogni mattina incontrava il Marino all’ingresso del lungo corridoio del palazzo del Grigolo - avevamo un particolare legame dovuto alla comune origine campana. Ci facevamo lunghe chiacchierate in dialetto. Prima di Natale – continua Marotti - lo scorso anno organizzammo una festa a scuola, lui cantò canzoni napoletane, fu applauditissimo dai ragazzi. Era benvoluto da tutti, sia dagli studenti che dal personale. Se avevo intuito quello che stava per compiere? Queste cose fanno parte dell’insondabilità dell’animo umano, conoscendo la persona questo gesto rimane un mistero.” Adesso Francesco Marino è rinchiuso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, reoconfesso di un agghiacciante duplice omicidio.


francesco marino bidello

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liceo foresi scuola grigolo

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