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In morte di un Marangone

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 01 settembre 2005

Per coloro che amano e rispettano la natura, anzi Madrenatura in questi giorni è avvenuto un evento molto triste e deprimente perché con viltà è stata uccisa una parte di quella “Bellezza” che nelle infinite sue sfaccettature si svela ogni giorno ai nostri occhi. Questa volta nelle sembianze di un volatile marino: probabilmente un esemplare di Marangone dal ciuffo (phalacrocorax aristotelis) abitatore delle alte scogliere marine e aggregato in colonie sedentarie poco numerose, più piccolo di una quindicina di centimetri del Cormorano, (phalacrocorax carbo) che raggiunge un’altezza di 90 centimetri erratico e migratore invece che sedentario vivendo indifferentemente lungo le coste nell’entroterra e sui fiumi, lo si può infatti osservare anche lungo le sponde del Tevere, cibandosi oltre che di pesci anche di molluschi e di granchi. Il Marangone dal ciuffo, dalla testa più piccola e dal collo più sottile e più corto, con piumaggio nero bruno, a parte la base gialla del becco e le lievi sfumature sul verde, così chiamato dalla crestina di piume che inalbera nei mesi primaverili durante il periodo riproduttivo, si nutre invece esclusivamente di pesci che caccia sott’acqua fino a 20 metri di profondità e vive e nidifica sulle scogliere. Una ridotta colonia di tali affascinanti volatili da sempre è stanziata sul litorale di Marciana Marina, nidificando sulle scogliere pescando ed intrattenendo nel tempo cordiali rapporti di coabitazione con i bagnanti che frequentano in estate gli scogli della “Feniccia” a Marciana Marina di cui in pratica sono diventati le mascottes. Avevamo tutti un affettuoso riguardo per queste creature così fiduciose verso una specie animale –la nostra- che non mostrava atteggiamenti bellicosi o bruschi nei loro confronti, tuttaltro. In nuoto ci si fermava con cautela al suono di quel particolare caratteristico “tonfetto” nell’acqua provocato dalla loro riemersiòne per osservare da vicino in tutta tranquillità lo spettacolo divertente delle loro attività acquatiche, le loro corsette sul pelo dell’acqua in sede di decollo, i loro bisticci, il capino bruno dall’occhietto vivo ed intelligente. che sbucava all’improvviso dal fondo a mò di periscopio. I genitori li indicavano ai loro figli ed era un segno di pacifica convivenza affettuosamente interessarsi ad essi. Come tanti anch’io avevo l’abitudine una volta al mare, di gettare subito lo sguardo in quel particolare scoglietto affiorante sull’acqua con due rialzi gemelli proprio davanti alla spiaggetta della Feniccia dove una coppia sostava tutta la mattina per asciugarsi le ali dopo le immersioni, assumendo la caratteristica posizione “ieratica”che ad essi è propria. E quest’incontro era bello pregustarselo di anno in anno , con la speranza che fossero sempre là ed era una gioia pura ritrovarceli, un segno di pace di bellezza e di continuità. Ora quel microcosmo perfetto ed unico che va dalla punta della Fenicia alla torre della Novaglia , con le sue rocce dorate , le sue essenze aromatiche, il verde della macchia mediterranea che si riflette nello specchio d’acqua antistante, col suo mare dalle sfumature infinite irriproducibili anche da chi come me per mestiere voglia riprodurli, è stato sfregiato ed offeso. Un giovane teppista si è preso l’incarico di farlo,uccidendo stupidamente e spietatamente una creatura inerme e spezzando la compagine di una famigliola animale già formata, cucciolo o un adulto che fosse mentre altri giovani bagnanti dai sentimenti opposti per fortuna, gridando cercavano di dissuadere inutilmente il teppista mordi e fuggi e i suoi compari dall’azione rivoltante. Un immaginario di Bellezza ed Armonia per i più vigliaccamente tradito e offeso nel profondo ,come capita spesso , da uno solo.


marangone animali

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