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Commercio abusivo, un'anomalia che nasconde evasioni fiscali e schiavitù

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 31 agosto 2005

Ho seguito con attenzione le vicende dei comuni tirrenici alle prese con i tentativi di arginare il commercio ambulante e abusivo. Oggi in prima pagina Il Tirreno riportava l’ennesimo servizio sull’argomento. Il fenomeno sta prendendo piede anche all’Elba, dalle cronache possiamo farci un’idea del movimento in atto anche sulle spiagge e strade di Campo nell’Elba. Non è un problema di gelosie commerciali, razzismo o xenofobia che mi spinge, come commerciante in sede fissa, a cercare di portare all’attenzione di giornali, Sindaco di Campo nell’Elba, associazioni di categoria e forze dell’ordine. Il problema è che dietro il commercio ambulante più o meno abusivo, più o meno griffato si nascondono una serie di anomalie che uno Stato di diritto deve ordinare e controllare. Ci sono numerosi venditori di oggetti di argento, sempre gli stessi, che da anni girano l’Elba da maggio a settembre. Ora se un commerciante in sede fissa vuole vendere oggetti d’argento deve sottoporsi a controlli di P.S., dotarsi di cassaforte ecc… Ci sono venditori di saponi liquidi e fazzoletti di carta, non ce l’ho con loro, loro sono l’ultimo anello di una catena di schiavitù e commercio al nero. Ma chi fornisce questi ragazzi di colore del medesimo sapone liquido “Garbo”, dei deodoranti per ambiente gel della “Coner” o dei fazzoletti “Cherr”? Ho la casa piena di questi prodotti venduti tramite rete di ambulanti di colore senza scontrini, fatture e bolle di accompagnamento. Ci sono quindi grossisti o aziende che vendono migliaia di pezzi al giorno senza dichiarare niente fiscalmente? Ci sono venditori di capi falsi, occhiali, borse, vestiti in possesso di una regolare licenza di ambulante che però dislocano più ragazzi in punti diversi del paese potendo così massimizzare gli incassi tramite ulteriori “succursali”. Ci sono invece i venditori di abiti e borse di “marca” che girano tra gli ombrelloni degli stabilimenti balneari, prendono appuntamento con le signore in vacanza e vendono al nero abiti firmati al 20-30% in meno, cioè allo stesso prezzo che potrei fare io se non dovessi pagare Iva e contributi fiscali vari!!! Ci sono centinaia di cinesi massaggiatori… massaggiano senza lavarsi, tutti in regola con le norme sanitarie e tutti in possesso di diploma? Può darsi che questa miei interventi vengano registrati come “nervosismi da bottegaio”. Vi assicuro che non è così. Quando verso decine di migliaia di euro di Iva mi chiedo perché io debba farlo e centinaia di miei “colleghi” ambulanti veri o presunti possano fare ciò che vogliono. Se a Castiglioncello, Viareggio, Forte dei Marmi e l’Elba esistono centinaia di ambulanti che svolgono molti commerci al confine della legalità e del fisco… non è un problema di poco conto… si sta parlando di organizzazioni che importano manovalanza, forse anche veri schiavi, grossisti o aziende senza scrupoli che usano centinaia di ambulanti per non versare tasse e fare concorrenza sleale a chi invece paga i dipendenti, i contributi, l’Iva ecc… Spero solo che con la collaborazione delle forze dell’ordine, dei sindaci, delle associazioni di categoria e dei gestori degli stabilimenti balneari si possa frenare un fenomeno in veloce fase di crescita incontrollata. Degli abiti firmati e del commercio al nero, dei cinesi che non sappiano quanti siano, dei cinesi che vivono da clandestini e che pare neanche muoiano perché negli ospedali i decessi di cinesi sono una rarità, di tutte queste cose, ormai fenomeni di peso sociale, e per me anche fiscale, ne ha parlato anche Beppe Grillo nella sua ultima serie di spettacoli del 2005. Beppe Grillo non è commerciante o iscritto alla Lega Lombarda, non è xenofobo. E’ un comico che parla spesso di cose serie.


procchio spiaggia panorama bagnanti

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