Il punto più basso della carriera di dipendente pubblico lo raggiungemmo un giorno in cui una terrificate ed incazzatissima vecchietta ci ammiccò (in lingua: fece il verso di darci) un’ombrellata poiché aveva pagato per anni al nostro ente il triplo del dovuto per una tassa. Vero è che, cinque minuti dopo, quando le dimostrammo, carte alla mano e occhio all’ombrello, che l’errore era dovuto alla cialtroneria del suo tecnico, la signorà si scuso (e per la verità gratificò anche l’assente colpevole del gioioso epiteto di “rottoinculo”) ma giuriamo di aver passato attimi di panico: cosa può fare uno che è preso ad ombrellate da una vecchia in un ufficio pubblico? Mica può reagire e tentare di sdraiarla con un gancio sinistro alla mascella! L’episodio ci è tornato alla mente scuriosando tra i temi di una imprecisata classe delle superiori portoferraiesi che trattavano dei rapporti tra giovani ed anziani ed abbiamo letto in un passo: “.. in giro si vedono dei vecchi irruenti e strafottenti ..”. In un primo momento abbiamo pensato: “L’ha conosciuta anche lui …” ma poi inoltrandoci nell’elaborato abbiamo pescato un’altra perla: “.. non ci sono più vecchi saggi come Mago Merlino o Babbo Natale ..”. Da levare il fiato… siamo alla legge del contrappasso (o del contrabbasso come diceva un nostro conoscente incurante che noi commentassimo sempre: “ Dum Dum Dum Dum Dum”). Dopo secoli di lamentazioni senile sul fatto che “non ci sono più i giovani di una volta” assistiamo al varo di di un neo-luogo comune giovanile: “Non ci sono più i vecchi di una volta!” Per fortuna a questa generalizzazione rispondeva l’elaborato di una fanciulla nel quale si affermava: “.. gli anziani hanno diverse sfumature ..” . Verissimo in ogni senso, nel campo degli anziani si verificano delle nuances cromatiche molto differenziate, si va dal pallore degli anemici alle macchie di chi soffre di cuperose, agli erubescenti nasini di quelli che mettono in pratica il saggio detto nordico: “Quando la barba la mete el grisin mola la mona e tacate al vin” sostituendo il piacere di Venere con quello di Bacco. Quasi quasi terminiamo con l’eterna frase fatta: “Madonna che brutta vecchiaia ci si prospetta!”