Nei giorni scorsi avevamo pubblicato la lettera di Eros Paoli, che chiedeva perché, per gli abitanti dell'Elba, sottoporsi agli esami di risonanza magnetica dovesse comportare pesanti sacrifici in termini economici e di viaggio. Risponde Gina Truglio, assessore alle politiche sociali del comune di Portoferraio, chiedendosi a sua volta perchè il furgone mobile della risonanza magnetica, studiato proprio per raggiungere i comuni sprovvisti di questa importante prestazione sanitaria, si fermi a Piombino, senza avere la possibilità, anche con un mezzo speciale, di arrivare all'Elba. Ho ricevuto il Sig. Eros Paoli. E' arrivato con la sua stampella e tutta la dignità e gentilezza con le quali l'ho sempre conosciuto, fin da quando il mio babbo fu ricoverato per l'ictus nel reparto di medicina dell'Ospedale di Portoferraio. Era uno tra gli infermieri più disponibili, uno di quelli che se ti trovavano in giro con l'aria smarrita cercava in ogni modo di aiutarti, forse perché capiva che non eri lì - come tanti credevano - in gita di piacere, ma c'eri stato scaraventato per forza. Mentre l'ascoltavo mi si stringeva lo stomaco e mi sembrava di tornare indietro nel tempo. Cosa devo dirle Sig. Paoli? Lei, oltre ad aver lavorato per trent'anni in un reparto dell'ospedale, ha vissuto uno dei più grandi bisogni della nostra isola proprio come familiare di una persona malata. Tante risposte me le dà già lei con il suo sguardo sconsolato. Ho avuto modo di ammirarla ancora una volta. Il suo problema è uno dei veri problemi dell'Elba. Soprattutto ad una certa età quando le malattie sono croniche e non si possono fare esami per la mancanza dei servizi, tutto ciò che occorre per affrontare un viaggio "nel continente" dovrebbe essere realizzato con l'aiuto dell'ASL. In diverse Conferenze dei Sindaci ho chiesto il motivo per cui non riuscivamo ad avere sul territorio il furgone con la risonanza magnetica come invece c'è a Piombino. E anche l'ultima volta mi è stato risposto che ci vuole una nave apposta per il suo trasporto. Sono abbastanza ignorante in materia, soprattutto se non mi vengono fornite spiegazioni precise, ma forse questo tipo di problema rientra nel ben noto "disagio Elba", riconosciuto dal nostro Piano Sanitario Regionale. Credo che questo problema vada affrontato veramente e finalmente, perché discorsi belli ne possiamo fare tanti, ma sono i fatti quelli che contano.
gina truglio