La finta indignazione dei Verdi e di Legambiente per l’adozione consiliare del Piano particolareggiato di una nota previsione di Piano Regolatore appartiene ad un teatralità rituale, a cui siamo ormai abituati e nei confronti della quale siamo ben vaccinati. Le polemiche di Legambiente fingono indignazione a prescindere da ogni ragionevole valutazione, ed obbediscono ad interessi precostituiti. Si tratta di una politica conservatrice, volta a tutelare gli interessi delle aree più sviluppate dell’Elba, cui vorrebbero offrire la garanzia di una rendita di posizione quasi monopolistica, in danno delle aree rimaste indietro, o addirittura sotto la soglia della sopravvivenza, come il versante orientale. Questa logica perversa porterebbe alla conclusione aberrante per la quale il nostro territorio dovrebbe rimanere una specie di “riserva indiana”, dove i residenti sono sempre meno numerosi e possono tutt’al più rappresentare una nota di colore per i visitatori alla ricerca de “L’Elba com’era”. L’Amministrazione comunale e le forze popolari dell’opposizione hanno confermato ancora una volta di essere assai più attenti agli interessi economici e sociali della gente di Rio Marina di quanto non lo siano questi soloni dell’ambientalismo di maniera. Ma da questi “volponi e Volpini” non prendiamo lezioni, anche perché conosciamo bene i capolavori che portano il loro nome, sebbene su queste “perle” cali regolarmente una coltre di ermetico silenzio. Molto più delle Loro ormai patetiche strumentalizzazioni vale l’intelligenza collettiva della popolazione di Rio Marina, che vuole quest’opportunità ed ha diritto di costruirsi il proprio avvenire, che passa indubitabilmente dal recupero delle potenzialità delle aree ex-minerarie, per la riconversione ad un modello di sviluppo economico compatibile che dall’industria “sporca” (l’attività estrattiva) deve necessariamente condurre ad un terziario avanzato e ad un turismo di qualità.
bosi francesco