L’ adozione del “Piano attuativo per la realizzazione di attrezzature culturali turistiche e per il tempo libero ad integrazione del parco naturale e del parco Minerario–Loc Vigneria” da parte del Consiglio Comunale di Rio Marina con il solo voto contrario (lucido e coraggioso) di Lucia Fasola, prevede un’ ‘attrezzatura culturale turistica’ di 15mila metri cubi dal nome albergo (almeno un centinaio di camere) ed una ‘culturale’ di altri 19 mila metri cubi che si chiamano Albergo residenziale (appartamenti per la vendita- circa 60 da 100 metri quadri-); poi c’è anche la foglia di fico di quasi 2000 metri cubi riferibili al fatto che quella è un’ area mineraria dismessa: il 4% circa dei 45mila metri cubi totali previsti. Ci sono poi, oltre un po’ di parcheggi pubblici e privati, 5mila metri quadrati di verde pubblico a fronte di 25mila di verde privato senza nessuna garanzia della fruibilità pubblica. Che si dovesse recuperare un’area nella quale insistevano vecchi manufatti arrugginiti ed edifici fatiscenti del periodo minerario va da sé; come era ovvio l’intervento del privato (che deve giustamente realizzare anche utili); ci sembra però che l’indirizzo del pubblico al privato sia assolutamente inesistente (il 4% appunto) e che si sia adottato un atto che, se non verrà corretto radicalmente, finirà per regalare un territorio demaniale (di tutti) a pochi investitori, senza neppure un ritorno per i residenti veri dell’Elba come potrebbe essere un comparto per la prima casa. La stessa politica dei due tempi per cui si ipotizza che i costruttori riversino una parte dei propri guadagni nello sviluppo del Parco Minerario è sbagliata perché il prezzo pagato è troppo alto (svendita) e perché comunque l’impegno andava concordato prima. Si tratta della vecchia idea del Villaggio Paese, stavolta un po’ più vicino al paese vero e moribondo dal punto di vista economico, una cittadina che avrebbe avuto ben maggiori vantaggi ad esempio da incentivi per la sistemazione ad uso turistico degno di questo nome di una parte delle 1600 abitazioni vuote per la gran parte dell’ anno. Non si dà priorità alla domanda di prima casa per i veri residenti elbani, continuando nella vecchia logica sbagliata di consumo del territorio a favore di investitori esterni che faranno case per possidenti del continente (in un’ area a rischio idrogeologico..?), territorio portato via ai ragazzi elbani di oggi. E’ sconfortante che il centrosinistra riomarinese, ad eccezione della sola consigliera alla quale va la nostra stima, non abbia capito che occorreva un atto di discontinuità anche con un proprio passato nel quale, forse, la logica dei Villaggi Paese non aveva ancora dimostrato i propri limiti. È sconfortante che non vi sia stata la capacità culturale e politica di proporre un altro modo di recuperare Vigneria, più legato alla realizzazione di quel progetto –inattuato- di Parco Minerario (di cui Vigneria è parte) ricordato da Lucia Fasola e che potrebbe davvero essere una risorsa per il versante orientale. E’ stato un voto che non promette nulla di buono al centrosinistra per le prossime elezioni amministrative a Rio Marina, perché quando si civetta con le posizioni sbagliate del civico centrodestra, si dimostra di avere una subalternità culturale e politica che fa perdere di credibilità. A fronte di una nuova legge regionale sull’urbanistica, che a questo punto sembra davvero una vittoria di Pirro, e in attesa del tanto decantato Piano Regolatore Unico Elbano, i partiti del centrosinistra non hanno ancora trovato il modo di trovarsi per definire una linea interpretativa ed un atteggiamento unitario in tutti i Comuni: con oltre 20mila case non abitate è l’ora di dire che le uniche nuove abitazioni che ha senso si possano costruire sono quelle per i residenti – veri - che non ne hanno altre in proprietà, oltre agli ampliamenti motivati dell’esistente. O la politica riesce a dare almeno questo indirizzo oppure è inutile parlare di qualità dello sviluppo. Proponiamo che a Vigneria si recuperino i volumi esistenti anche a fine abitativi per residenti, oltre che a scopi didattici: siamo convinti che mettendo sul mercato un onesto guadagno per le imprese, si possano trovare quelle disposte a realizzare un recupero più rispettoso della storia dei luoghi e più vicino agli interessi degli abitanti. Questo ci sembra il modo con cui si dà al privato l’indirizzo pubblico; il resto è l’esatto contrario.
Villaggio Paese ricostruzione virtuale