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Osservazioni al progetto del lungomare di Cavo

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : martedì, 23 agosto 2005

Egregi Signori, a seguito dell’esame della documentazione progettuale in oggetto, consultata presso gli uffici comunali di Rio Marina, sono state rilevate alcune problematiche che intendiamo sottoporre alla vostra attenzione: - in progetto la bonifica del materiale esistente non è stata presa in considerazione e nemmeno ne viene data motivazione. Si deve considerare che ai sensi del DM 471/99 il superamento anche di un solo parametro relativo alla concentrazione di metalli tra quelli previsti nel decreto comporta la classificazione del sito in oggetto come inquinato (ad esempio la concentrazione di rame in tutte le analisi eseguite in passato da diversi soggetti è stata rilevata ampiamente superiore ai limiti imposti dal decreto ed è altresì superiore al “fondo naturale”, cioè al livello rilevato lungo la costa circostante). Tale inadempienza rende il progetto non conforme alle norme vigenti. Si tenga presente che l’asportazione del materiale ridurrebbe enormemente il carattere invasivo dell’intervento previsto e le conseguenti problematiche di erosione, interrimento e intorbidamento. - mantenendo il materiale inquinato sul sito della spiaggia diventa necessario il suo completo isolamento dall’ambiente. La questione dell’isolamento del materiale che si configura come discarica inquinata è essenziale nel progetto ed è di difficile soluzione soprattutto lungo una spiaggia marina che è anche adibita ad uso balneare. In progetto è previsto il ricoprimento con pietrisco (frantumato di cava 10-30 mm) che nella granulometria fissata dal capitolato speciale risulta essere un materiale estremamente permeabile e quindi inadatto a trattenere le parti più fini e più inquinanti del corpo spiaggia esistente. In progetto non è disponibile alcuno studio sulla problematica relativa dispersione delle parti fini del materiale di discarica verso l’esterno. In questo contesto l’obiettivo del progetto “di impedire un’ulteriore dispersione in mare dei sedimenti fini provenienti dalla spiaggia” (si veda pag. 6 della Relazione Generale allegata al progetto) non è certamente garantito. - il materiale ricoprente il corpo spiaggia esistente è, come detto sopra, pietrisco di cava (si veda art. 64 punto B del capitolato speciale). Come prescritto dal capitolato tale materiale non dovrà provenire da rocce tenere ma da rocce calcaree o silicee, pertanto il risultato della frantumazione sarà pietrisco a spigoli vivi e taglienti che renderanno impraticabile la spiaggia alla balneazione per alcuni anni e più probabilmente per alcuni decenni. L’eventuale apporto di sabbia sopra il pietrisco non fa parte dell’analisi e della proposta progettuale ma è accennata come ipotetica prospettiva. Qualora questa ipotesi venisse attuata andrebbe valutata: *la compatibilità granulometrica tra pietrisco 10-30 mm e l’eventuale sabbia di dragaggio, che come noto è estremamente fine *la stabilità del manto sabbioso che ha un angolo d’attrito interno diverso da quello del pietrisco In questo contesto l’obiettivo del progetto di “consentire piena fruibilità della spiaggia” (si veda pag. 6 della Relazione Generale allegata al progetto) non è assicurato e conseguentemente ingente potrà risultare il danno economico indotto sulle attività turistiche. Anche di tali futuri danni si deve tenere conto nelle scelta delle soluzioni progettuali. - si ricorda che le moderne tecniche di progettazione prevedono sempre l’esecuzione di un’analisi economica che esamini diverse soluzioni progettuali e identifichi quella economicamente più vantaggiosa. Queste metodologie ormai ben collaudate sono ad esempio utilizzate correntemente nei progetti finanziati dalla Banca Mondiale, dalla BEI (Banca Europea degli Investimenti), dalla Commissione Europea, dalla IDB (Inter-Development American Bank) eccetera. E’ evidente che la scelta di tecniche poco costose non è necessariamente la più economica, poiché bisogna considerare nell’analisi anche i danni provocati alla popolazione, agli operatori turistici, senza tralasciare quelli indotti sull’ambiente che vanno tutti necessariamente quantificati anche finanziariamente. Ogni risparmio che incide oggi sulla qualità del progetto può comportare costi e danni aggiuntivi per la comunità. Nella documentazione progettuale nessuna analisi economica di questo tipo è menzionata. Si sottolinea che una parte o la totalità dei costi di intervento dovrebbe essere sostenuta dai soggetti responsabili che hanno causato la catastrofe ambientale sulla spiaggia in oggetto. Se non è già stato fatto è opportuno che il Comune si attivi prontamente in tal senso. - Il progettista da una parte sostiene che il materiale esistente “non rappresenta pericolo per la salute umana” (si veda pag. 7 della Relazione Generale allegata al progetto) e dall’altra giustifica l’allargamento della sede stradale “per evitare ogni possibile rischio ed il rilascio di materiali fini”. Tali affermazioni sono evidentemente contraddittorie e sono addotte a giustificazione dell’allargamento della sede stradale: a pagina 7 della Relazione Generale è infatti detto “si prevede di escludere una parte dell’attuale spiaggia dall’uso ricreativo, attraverso la creazione di una fascia di viabilità allargando l’attuale sede stradale”. Tale allargamento con la creazione di parcheggi comporterà un aumento di traffico con conseguente aumento dell’inquinamento (da gas di scarico, da rumori ecc.) in una zona attualmente tranquilla. Tale allargamento comporta un ulteriore avanzamento verso mare del fronte spiaggia incrementando i problemi anche ambientali che vengono menzionati qui sotto. - il ricoprimento della spiaggia comporta anche la costruzione di un muro di contenimento da realizzare sul lungomare che è esteticamente questionabile. Tale muro servirà per trattenere il materiale ricoprente la spiaggia affinché questo non invada la sede stradale a causa di tempeste marine. L’asportazione del materiale inquinato sottostante abbasserebbe la quota massima della spiaggia e ridurrebbe considerevolmente questo problema. - si nota che l’allargamento della sede stradale comporta inoltre: un ulteriore avanzamento a mare del fronte spiaggia con un aggravamento dei rischi erosivi della spiaggia stessa, la necessità conseguente di pennelli di protezione più lunghi e l’uso per il corpo spiaggia di materiali a granulometria più grossa l’aggravamento dei problemi di insabbiamento del porto. A quest’ultimo proposito si sottolinea che i problemi di incremento di interrimento all’imboccatura del porto sono denunciati dal progettista stesso nello studio su modello numerico effettuato nell’ambito del progetto (si vedano in proposito le conclusioni dello studio menzionato nel capitolo 5 a pag.29) - In base al capitolato speciale allegato al progetto, la quantità di fino (maggiore di 0.063mm limo e argilla), ammessa nel materiale di riempimento è pari al 2% . Tale valore non risulta da alcuno studio di impatto ambientale, ma recepisce acriticamente le raccomandazioni del decreto DD 5952/2004 della Regione Toscana. Tale decreto fissò questo valore massimo presumibilmente facendo riferimento alla delibera della Giunta Regionale della Liguria del 20-12-2001 n.1553. Si nota che questa delibera in merito alle percentuali di materiali fini indica che “ le quantità tollerabili devono essere valutate caso per caso in funzione dell’idrodinamismo del paraggio, della dinamica dei sedimenti del paraggio, dei popolamenti presenti nel paraggio, della ripetitività degli interventi di ripascimento..”. La delibera identifica inoltre alcune indicazioni di massima che coincidono con quelle considerate nel progetto (% max di fine pari al 2%). La delibera raccomanda anche che “tali valori rappresentano indicazioni di massima, suscettibili di modifiche in seguito a future acquisizioni conoscitive o in particolari situazioni locali per le quali possono essere previsti limiti più o meno restrittivi”. Si deve notare che ad una percentuale in peso di materiale fino pari al 2% corrisponderà una nuova immissione in mare di circa 1300 tonnellate di limo ed argilla. Tale immissione si aggiungerà alle 8000 tonnellate di fino già introdotte sulla spiaggia col primo ripascimento con il conseguente incremento della torbidezza già indotta nelle acque antistanti. A tale proposito si sottolinea che già nel primo intervento un’erronea valutazione della frazione fine (maggiore di 0.063mm) contenuta nel materiale utilizzato ha avuto le conseguenze catastrofiche che tutti conosciamo. Pertanto dovrebbe essere necessario, e particolarmente in questo delicato caso, identificare le caratteristiche dei materiali da utilizzare non solo in funzione dei parametri fissati in linea di massima dalla disposizione sopra menzionata, ma soprattutto in funzione della situazione particolare che deve essere risolta. In tale contesto sarebbe raccomandabile prevedere in progetto una percentuale di materiale fino decisamente inferiore al 2% se non addirittura nulla. Tale percentuale dovrebbe essere determinata e giustificata nell’ambito di uno studio di impatto ambientale. - si osserva che nelle prescrizioni di progetto mancano quelle relative alle modalità dettagliate di posa in opera del misto di cava (modalità esecutive – tipologia e peso dei mezzi a cui è consentita la posa, grado di addensamento che si intende assicurare per una buona fruibilità della spiaggia ed ai fini di una corretta contabilizzazione dei volumi messi in opera). - in progetto manca l’identificazione delle cave di provenienza dei materiali, in modo da non dare luogo a contestazioni, reclami ed uso di materiali inappropriati durante l’esecuzione dei lavori. A tal proposito dovrebbe essere considerata anche l’infausta esperienza trascorsa. Tale identificazione sarebbe opportuna anche in considerazione del fatto che i volumi interessati sono importanti ed il prelievo da cave in un’isola quale l’Elba potrebbe avere un impatto negativo sull’ambiente. - nella documentazione progettuale è presente una contraddizione relativa alla necessità di asportazione di materiale posato non conforme alle caratteristiche di capitolato (si veda secondo paragrafo dell’art. 64 punto B del capitolato speciale dove non è citato l’obbligo di rimozione di eventuale materiale non conforme). - nel progetto è stato rilevato un grossolano errore nella Relazione Generale dove, a pagina 7 al quarto capoverso, è detto “si è tenuto conto che il materiale attualmente presente debba rimanere coperto da uno spessore minimo di 4-5 m che la spiaggia debba avanzare di almeno 10 m”. E’ evidente che tale prospettiva è irrealizzabile. Si presume che questo sia un errore di presentazione ma questo aspetto non può essere lasciato nell’incertezza, poiché potrebbe dare adito ad una libera interpretazione del documento progettuale e ad eventuali abusi e o contenziosi con la futura impresa esecutrice. In base a quanto sopra risulta improrogabile una revisione completa del progetto di sistemazione della spiaggia di Cavo onde evitare di rimediare ad una situazione catastrofica eseguendo lavori che comprometterebbero definitivamente l’ambiente originario del tratto di costa prospiciente Cavo. Il ripristino della situazione originaria deve essere l’obiettivo minimo di un buon intervento di riqualificazione ambientale per onorare il dovere morale di riconsegnare agli abitanti ed ai turisti il bene comune di cui, per inadempienza ed incompetenza di diverse parti, è stato fatto scempio. A tale scempio si deve rimediare mettendo a disposizione finanziamenti adeguati a cui devono partecipare in modo sostanziale i responsabili della prima catastrofe. In definitiva per quanto sopra enunciato è del tutto evidente procedere ad una bonifica completa con l’impiego di materiali di ripristino che dovrebbero essere unicamente di origine alluvionale e/o marina, esenti da materiale fine e se necessario importati dal continente. Ancorché probabilmente più costosa a breve termine, tale soluzione offrirà vantaggi ambientali ed economici che la renderanno di fatto più vantaggiosa in quanto: - tutte le norme di legge sarebbero rispettate - il continuo rilascio in mare di materiali fini contaminati e contaminanti sarebbe eliminato definitivamente - l’avanzamento della spiaggia verso mare sarebbe eliminato con minori rischi di erosione - con il ripristino della situazione originaria l’impatto ambientale sarebbe nullo - la quantità di materiali per il ripascimento della spiaggia e per l’allungamento dei pennelli sarebbe minore con conseguenti risparmi sui costi realizzativi - i problemi di intorbidamento ulteriore delle acque sarebbe evitato - i problemi di interrimento del porto non si incrementerebbero con una riduzione degli oneri di dragaggio futuri - i danni dovuti alla penalizzazione delle attività turistiche causati da una spiaggia non usufruibile sarebbero ridotti o annullati completamente - il muro di contenimento in fregio al lungomare non sarebbe più necessario, con conseguente riduzione dei costi - i problemi di invasione di materiale dalla spiaggia sulla strada sarebbero scongiurati - senza muro la sistemazione del lungomare sarebbe esteticamente più gradevole. In fede Dott. Ing. Luigi Brusa Dott. Geologo Graziano Berti