E’ con molto rammarico che dobbiamo denunciare, ancora una volta e ancora più forte, la drammatica situazione dell’isola dei gabbiani, Giannutri. Purtroppo, pur facendo parte del Parco Nazionale Arcipelago Toscano e sottoposta a rigidi vincoli di tutela – Giannutri è Zona di Protezione Speciale (ZPS) dell’Unione Europea -, l’isola in realtà è terra di conquista di chi non rispetta le regole. L’arrembaggio di centinaia di imbarcazioni e di migliaia di turisti che si riversano in maniera incontrollata a Giannutri, mette in serio pericolo il delicatissimo ambiente di questa piccola falce di luna di poco più di due chilometri quadrati e che durante l’inverno è abitata da una decina di persone. Si pensi solo che nella ben più grande Pianosa (oltre 10 kmq) il Parco Nazionale non permette lo sbarco giornaliero che a 350 visitatori accompagnati da guide ambientali e che su quell’isola sono presenti e controllano l’osservanza delle regole: il Corpo Forestale dello Stato, la Capitaneria di Porto, i Carabinieri, personale di controllo del Parco e gli agenti di Polizia penitenziaria, una gestione controllata del flusso turistico che, pur con qualche problema, niente ha a che vedere con l’assalto, senza limiti e regole, di turisti e diportisti a Giannutri. E i risultati purtroppo si vedono! Nel Golfo dello Spalmatoio e a Cala Maestra la prateria sottomarina di Posidonia, arata da migliaia di ancoraggi selvaggi, si sta ritirando ormai da anni. A questo si aggiungono gli ancoraggi illegali in zona 1 - zona a protezione integrale del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano - e lo scarico direttamente nel mare protetto delle acque di sentina. Ma recentemente ci sono stati segnalati gravi episodi di bracconaggio: durante la notte diverse imbarcazioni pescano con reti da posta, e probabilmente anche a strascico, nella zona dei Grottoni - zona 1 marina a protezione integrale, dove è vietata qualunque attività se non di ricerca scientifica - e in altre aree di mare ugualmente vietate alla pesca. Ci sono state segnalate anche strane esplosioni notturne e vibrazioni, provenienti dai tratti di mare vincolati come zone 1, che potrebbero addirittura far pensare ad una criminale e distruttiva pesca con esplosivi. Nel 2004 LEGAMBIENTE denunciò la pesca illegale dei Datteri di mare (Litophaga litophaga) - attestata dal ritrovamento di numerosi gusci vuoti di questi molluschi teoricamente superprotetti – tirati fuori dalle rocce che li contengono demolendo con le mazze interi tratti di costa e desertificando così il mare protetto, un bracconaggio incivile che non sembra essere cessato e che si aggiunge alla “normale” pesca subacquea notturna con autorespiratori severamente vietata dalla legge. “Questa diffusa ed impunita illegalità ci allarma – dice Emanuele Zendri, responsabile del Gruppo Giannutri di LEGAMBIENTE - ma ormai non ci stupisce più. Come si può, infatti, essere stupiti quando sull’isola non è praticamente visibile alcun controllo a mare ed a terra?! “ In fondo, perché le migliaia di turisti, ignari di regole e divieti, che vengono scaricati su un’isola praticamente priva di servizi, o bracconieri da sempre impuniti dovrebbero rispettare un territorio protetto a terra ed a mare da un Parco Nazionale quando lo Stato – che pure recentemente è diventato a tutti gli effetti proprietario di una fetta di Giannutri con immobili, terreni e la Villa Romana - non protegge questo luogo e non fa rispettare le regole ed i divieti sanciti dalle sue Leggi e da un Decreto del Presidente della Repubblica? Anzi, a Giannutri sembra che chi fa il furbo e distrugge le risorse ambientali sia colui che ha ragione. “Una mancanza di gestione e di rispetto delle regole che non ha uguali nelle altre Isole dell’Arcipelago, occorre impedire che continuino lo scempio e l’abbandono – dice Zendri - LEGAMBIENTE chiede che tutte le Istituzioni che dovrebbero interessarsi della salvaguardia di Giannutri – Parco Nazionale, Comune dell’Isola del Giglio, Provincia di Grosseto, Regione Toscana e Ministero dell’Ambiente - si assumano le proprie responsabilità, mettano finalmente fine ai continui abusi ed al degrado dell’Isola ed avviino un progetto concertato di recupero dell’ ambiente e della legalità”.
giannutri barche