Con tutta evidenza il P.M. della Procura Livornese Roberto Pennisi continua a macinare inchiesta su inchiesta per "normalizzare" un'isola dove per molti anni non si erano registrate iniziative giudiziarie di rilievo nei confronti di istituzioni pubbliche o comunque soggetti economicamente importanti. Ed è stato uno stringato dispaccio ANSA a dare notizia dell'ultima (in ordine di tempo) tra le indagini del Dott. Pennisi: "La Guardia di Finanza dell'Isola d'Elba - vi si leggeva - ha denunciato per truffa in concorso alcuni funzionari e impiegati delle due filiali della banca Monte dei Paschi di Siena che si trovano sull' isola dopo aver raccolto la denuncia di una quindicina di investitori che avevano acquistato dall'istituto di credito il prodotto "4you". Secondo gli inquirenti - proseguiva la nota - quello che veniva proposto ai clienti come un vantaggioso investimento, stipulando una polizza vita con la quale realizzare sensibili guadagni, in realtà altro non era che un mutuo finanziario che, una volta acceso, avrebbe procurato ingiusti profitti alla banca stessa che derivavano dall'indebita percezione di interessi". Un'inchiesta che muove da denunce di elbani dunque ma che potrebbe allargarsi, il prodotto "4you" era infatti venduto ovunque, difficile capire cosa avrebbero fatto di diverso dai loro colleghi i bancari elbani da far ipotizzare ipotesi di reato come quelle formulate. Il "4you" tra l'altro è già stato oggetto di contestazioni e polemiche a livello nazionale e di azioni promosse dalle associazioni di consumatori; basato su una formula del tipo "ti do in prestito soldi perche tu li investa in borsa" il programma era una sorta di copia di un analogo prodotto distribuito dalla tristemente nota "Banca 121" pugliese, che a seguito dell'andamento negativo della borsa, vide volatilizzarsi gli investimenti dei "risparmiatori" a cui restava il mutuo da pagare. Una situazione che costò cara al gruppo MPS che rilevò la 121 e che dovette rifondere gli investitori delle perdite subite, oltre che corrispondere a chi l'aveva guidata, il finanziere De Bustis, una liquidazione milionaria (in euro), oltre ad uno strano "salvacondotto" con l'impegno scritto di MPS a non procedere legalmente nei suoi confronti, neppure in relazione a eventuali danni patiti dal MPS che fossero successivamente emersi.
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