Termina la vacanza dei bambini del deserto africano, ospitati dagli otto Comuni elbani. Nel pomeriggio di sabato 13 partiranno per Piombino dove trascorreranno altri giorni, prima di raggiungere Firenze e lasciare l’Italia all’inizio di Settembre. I bambini hanno molto apprezzato l’accoglienza degli elbani, fatta soprattutto di mare, giochi ed amicizia. Non sono mancati i doni in abbigliamento e materiale didattico. L’anno scorso i comuni elbani firmarono il patto di amicizia con il popolo saharawi, impegnandosi a realizzare opere di solidarietà, in particolare accogliendo i bambini (è questo il terzo anno consecutivo). Quello saharawi è un popolo costretto ad essere profugo nel deserto algerino, vivendo in un’enorme tendopoli di diverse decine di migliaia di persone. Il suo Paese (il Sahara Occidentale) è occupato dal Marocco da trenta anni. Dal 1991 si è in attesa dello svolgimento del referendum sull’autodeterminazione del popolo (come stabilito da una risoluzione dell’Onu), presupposto per l’indipendenza e la libertà, ma la politica internazionale non riesce ad applicare tale diritto. Un diritto e una giustizia in cui il popolo saharawi dimostra di credere, pagando di persona nella dura vita del deserto e rinunciando (proprio dal ‘91) all’uso delle armi per rivendicare il proprio diritto all’esistenza e alla libertà. Una scelta nonviolenta che, negli anni scorsi, ha portato diverse organizzazioni e personalità a candidare i saharawi al premio Nobel per la pace. Ma per resistere la scelta della nonviolenza ha bisogno di speranza, che, a questo punto, può essere nutrita solo da concrete iniziative della comunità internazionale e, in particolare, degli Stati europei. Per ora, l’Elba saluta i suoi giovani ospiti, ambasciatori di pace nel mondo.
Saharawi famiglia