Siamo ormai giunti al culmine di una stagione di certo niente affatto esaltante. I conti, ovviamente, si faranno alla fine, ma quasi di sicuro confermeranno le difficoltà che, da qualche anno a questa parte, sta attraversando la nostra economia turistica. Intendiamoci, le difficoltà non sono solo nostre: quasi ovunque si parla di flessioni del movimento turistico. Le cause sono note e vengono spesso elencate sulla stampa: congiuntura economica negativa, a livello europeo, che si protrae ormai da anni, globalizzazione del mercato turistico, difficoltà di adeguamento dell’offerta alle richieste di consumatori sempre più esigenti, carenze infrastrutturali, ecc. A tutto questo, va aggiunto il fardello dei nostri problemi locali, anch’essi ripetutamente dibattuti: un eccessivo costo dei traghetti, che fa della tratta Piombino-Portoferraio una delle più care d’Europa; le difficoltà incontrate dalle strutture ricettive per migliorarsi e ristrutturarsi, dovute a strumenti urbanistici bloccati da anni e alla mancanza di una cultura del turismo in una buona parte della nostra classe dirigente; la mancanza di una struttura aeroportuale adeguata, che ci consenta di poter attingere anche da mercati diversi da quelli tradizionali di lingua tedesca, come quelli dei ricchi paesi del nord Europa o quelli emergenti dell’est europeo; l’assenza di un’azione promozionale unitaria, svolta congiuntamente da enti preposti e categorie e istituzioni (ognuno cerca di fare quello che può, ma il ritorno che ne deriva, sul piano dell’immagine, non è certo il massimo); un livello dei servizi non sempre adeguato ai prezzi richiesti; l’assenza, su un isola come la nostra, di reali infrastrutture per la nautica da diporto. Quest’anno, in verità, ci sembra di avere osservato qualche segnale di miglioramento: ad esempio, molte strutture hanno fatto il possibile per contenere i prezzi e alcune amministrazioni comunali hanno elaborato un soddisfacente programma di “eventi”. Rimane però molto da fare su altre questioni, che magari non rientrano tra quelle maggiormente dibattute, ma che hanno un’importanza prioritaria, perché da esse dipende in gran parte la godibilità e l’immagine dell’ambiente che “vendiamo” ai nostri visitatori. Ci riferiamo, in particolare, al problema della pulizia, specie delle strade, che talvolta versano davvero in condizioni pietose. Ma anche delle spiagge, dove capita spesso, purtroppo, di trovare i cassonetti stracolmi o addirittura rovesciati, con l’immondizia sparsa in tutta l’area intorno. Per non parlare delle alghe, per le quali, per difficoltà burocratiche, si attende ogni anno il mese di luglio per escogitare qualche soluzione di perenne emergenza. Ci riferiamo anche al problema dei rumori, spesso assordanti, emessi da certe discoteche durante la notte, che impediscono ai nostri ospiti di riposare tranquillamente. Ancor più grave, quando ai rumori si aggiunge una vera e propria istigazione al consumo di alcol, facendo pagare ai giovani una cifra fissa e dando loro, in questo modo, la possibilità di consumare quanto vogliono. Non ci sembra questo il modo migliore di fare turismo e riteniamo che su tali aspetti le autorità dovrebbero vigilare attentamente. Ci auguriamo che, a partire dal prossimo autunno, si rifletta attentamente almeno su talune delle problematiche sopra denunciate, in modo da porre le basi per un miglioramento complessivo della nostra offerta turistica e quindi per una ripresa di questa industria che, per il momento, rappresenta l’unica nostra fonte di sostentamento.
Lacona e laconella