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Tre serate a cui fare tanto di cappello

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 11 agosto 2005

Indimenticabile quel concerto degli Inti Illimani sul piazzale della Linguella per la casuale ed irri petibile scenografia disegnata dai fulmini che squarciavano il cielo alle spalle del palco con le figure dei musicisti sudamericani stagliate su quell'apocalisse che si avanzava e che magicamente risparmiò il concerto. Indimenticabile per la battuta feroce di Hector rivolta a quelli che assistevano allo spettacolo da bordo ai lussuosi yacht ormeggiati a banchina davanti alle file di sedie di legno: "Quelli guardano lo spettacolo e non hanno pagato il biglietto, sono abituati loro a non pagare". Ci è tornata in mente in due delle tre serate clou di Portoferraio con il Molo Elba riempito di gente venuta per sghignazzare con i BWP che massacravano Berlusconi e zone collegate e per assistere alle danze fiere di Afribel supportate da tamburi di guerra divenuti tamburi di pace riempito Due manifestazioni incastonate tra due stonatissimi megayacht del probabile costo superiore al bilancio di uno statarello africano, due schiaffi alla miseria del mondo galleggianti, dai cui bordi qualcuno assisteva battendo pure il tempo assistendo al farsi sbeffeggiante canzone della sinistra, all'orgoglio della negritudine rappresentato sulla darsena medicea. Tra queste due serate di musica e ritmi prepotenti, un evento goduto purtroppo da un pubblico ristretto, servito da una stanchissima ma sempre regale Emilia Pignatelli nel teatro della Linguella e costituito dal magico toccare l'arpa di Vincenzo Zitello. Un avvenimento artistico di spessore assoluto probabilmente tra i più significativi che ricordiamo. Tre serate portoferraiesi in sequenza, diversissime tra di loro ma azzeccate in maniera totale, da farci esprimere complimenti ad una giunta verso la quale, a dispetto delle corrispondenze di amorosi sensi, siamo sempre stati (e continueremo ad essere) critici e duri, come quella che governa Portoferraio. Quest'anno, almeno sul fronte delle manifestazioni culturali si è imbroccata la via giusta, quella di attivare tutte le risorse locali disponibili, ma restituendo per quanto si poteva il ruiolo di città d'Europa a Cosmopoli, evitando di indulgere più di tanto in zumpappeschi provincialismi. Crdiamo che non sia poco.


Afribel danza africa

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