Un pudicissimo comunicato vicesigariale ci ha avvertito ieri che i lavori per il rifacimento di Piazza Marinai d’Italia (che ha noi piace ancora ricordare come Piazza del Popolo), inizieranno, finalmente presto: cioè il 15 settembre (fortunatamente 2003), e che nel frattempo verranno rimossi i gabbioni che da qualche mese sono stati la piazzati, con l’unico risultato di rompere i coglioni a chi doveva passare per Via Vittorio Emanuele e a far godere e gestori degli esercizi commerciali e le attività con vista gabbione fin quasi all’orgasmo, per quella specie di stimolante percorso di guerra a cui erano costretti i loro chienti. Da oltre due anni il Vicesigaro ci annuncia che, questione di cinque minuti e poi avremmo assistito al varo di questa meraviglia di opera destinata a mutare il volto della portoferraio paraponticellina, da allora sono stati messi i gabbioni che (dicono) toglieranno a giorni e stop, niente male. Soprattutto dal nostro punto di vista, perché visto il troiaio che hanno fatto alle Ghiaie c’è ancora la speranza che i pasticci che fanno gli impediscano di fare altri danni. Il geniale e compianto Fortebraccio (Mario Melloni) avrebbe detto che il nostro è come il Coro dei Lombardi (ci riferiamo ovviamente alla nota opera lirica e non ai muggiti camuni di Pontida) che da quando è stata scritta la partitura continuano a stare sul palco e cantano: “Partiam ..Partiam .. Partiam!” e sempre lì piazzati se ne rimangono. Ma la fulminea rapidità che lega pensiero ed azione amministrativa non pare essere esclusiva caratteristica fuochista. Pure l’assessore Giardini (Marcello, lo sai che ti vogliamo bene, ma stavolta ti tocca) un par d’annetti fa, dopo che i portoferraiesi fecero una .. (come si dice educatamente figura di merda?) quando mezza stampa nazionale parlò di quello scandalo che è la Questione della Cala dei Frati, splendida spiaggia cittadina sottratta alla pubblica fruizione dalle recinzioni private che cingono la costa e chiudono gli antichi passaggi. Marcello ci disse che avrebbe sistemato tutto e pure alla svelta, noi eravamo già con le mutande (da bagno) in mano, ma la foto ci dice che cosa è stato fatto nel frattempo di concreto per risolvere il problema, cioè, per dirla con un eufemismo, una sega. Ma anche il sommo reggitore Giovanni Mivoglionofafori Ageno non è rimasto indietro giacchè all’inizio dello scorso mese di luglio, quando gli chiedemmo quanto ci sarebbe voluto per rimuovere il vituperatissimo montarozzo di alghe dalle Ghiaie disse: “Una settimana!”. Dopo quella settimana di settimane ne sono passate esattamente 40, e, come è possibile notare dall’immagine documentativa, l’eroico mucchione d’alghe resta ancora là, reduce vittorioso dalla lotta sulle mareggiate che hanno solo scalfito le sue prime pendici. Ci sorge a questo punto un’interrogativo: Mica saranno un po’ parolai?
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