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"Ricercando" sulla posidonia si possono avere mappe militari sui fondali ...

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 28 luglio 2005

Sono soddisfatto della dichiarazione perentoria dell’Università di Pisa di non avere e di non poter avere, a norma del proprio statuto, alcun tipo di rapporto con le attività Nato in Italia. Nella nostra Università non possono esistere dipartimenti o centri di ricerca “armati” o comunque ambiguamente connessi con la ricerca militare. La nostra Università vanta con diritto la presenza di un Corso di Laurea in Scienze della Pace; molti suoi docenti sono impegnati anzi nella elaborazione di proposte concrete per la riconversione ad usi civili della base militare di Camp Darby (vedi il convegno del 6 luglio scorso a Pisa su “Terre di pace. Disarmiamo le guerre”); esiste nella città e nell’Università una diffusa cultura della pace e della non-violenza che si è formata alla scuola morale di Aldo Capitini. Difficilmente la presenza davanti a Pianosa delle due navi Nato Alliance e Leonardo può essere spiegata con ricerche sulla posidonia. In Provincia di Livorno, e lo dico per essere stato per 8 anni assessore all’ambiente della Provincia, sulla posidonia sappiamo tutto, abbiamo fatto mille convegni, conosciamo a perfezione i fondali marini. Forse qui sta il punto, attraverso le ricerche sulla posidonia si possono avere le mappe dei fondali e quindi si possono fare quelle ricerche militari connesse alla guerra sottomarina sottocosta che appare come il vero obiettivo della presenza delle due navi a Pianosa, un’isola tranquilla e nascosta che poteva permettere di eseguire le attività di ricerca militare in maniera discreta. Così sono arrivate la più vecchia Alliance, nave oceanografica tedesca che dal 1987 lavora per Saclantcen ( ossia il Centro di ricerca sottomarina di SACLANT, che è Comando Supremo delle Forze Alleate in Atlantico), e la più recente Leonardo, di proprietà diretta della Nato (vedi Memorandum di intesa tra Ministero della Difesa Italiano e Saclant, del 15 maggio 2001). Oggi Saclantcen ha cambiato nome, si chiama NURC ( Centro di ricerca sottomarina della Nato) , sempre con sede a La Spezia. Formalmente viene spesso descritto come un ente che si occupa dello studio dei cetacei nel loro habitat e dell’influenza su di essi delle emissioni acustiche in mare. In realtà, la ricerca ambientale nasconde concrete finalità militari :secondo le parole dello stesso comandante Nato in un’intervista del 2003, il Nurc è uno dei principali centri regionali europei ed è attivo “ nello sviluppo dei prodotti della trasformazione per le misure navali antimine, per la rapida valutazione ambientale, per l’oceanografia militare e per la guerra sottomarina sotto costa”.


Marco Della Pina piccola

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