Il secco comunicato stampa con il quale l’Università di Pisa smentisce ogni rapporto con la NATO e il naufragio dell’Alliance a Pianosa è confortante ed importante perché fa chiarezza su una precedente dichiarazione congiunta del NURC, il centro di ricerca sottomarina della Nato di La Spezia. e del dipartimento di Scienze dell'uomo e dell'ambiente dell'Università di Pisa, che invece prospettava una stretta collaborazione scientifica tra i due organismi. Era evidentemente un equivoco, non l’unico nella strana vicenda della nave NATO, visto che il Professor Cinelli attribuisce ad un errore dei ricercatori del MIT (Massachussetts Institute of Tecnology) anche la cattiva traduzione delle caratteristiche degli strumenti usati nel mare di Pianosa, che sono poi state riprese dalla stampa. Ma dalle dichiarazioni del Professor Cinelli – uno scienziato che ha condotto importantissime campagne di studio sulle praterie di Posidonia oceanica all’Elba, tanto da essere inserito dalla Regione Toscana nella rosa dei 3 candidati alla Presidenza del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, sottoposta al Ministro Matteoli e da questi non accolta – si scopre che erano stati concessi diversi locali per la campagna pianosina, che sembrerebbero stati affidati inizialmente dal Ministero della Giustizia al CNR e da questa Istituzione scientifica successivamente concessi in uso all’Università di Pisa – che però come si è visto smentisce ogni coinvolgimento – ed alla NATO per supportare la presenza dell’Alliance. Lo stesso Professor Cinelli ha anche dichiarato che “Come Università di Pisa il mio obiettivo sarebbe quello di impiantare a Pianosa un centro di ricerca per la posidonia”, una iniziativa che ci sembra meritevole e che riporterebbe lo studio di questa importante pianta marina alla più consona ed esclusiva dimensione scientifica ed universitaria, così come richiedono e favoriscono la legge sulle Aree Protette e il DPR che istituisce il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Però. ci chiediamo quanto siano stati coinvolti - prima dal Ministero della Giustizia, nella concessione di uno stabile a fini scientifici ed oggi nel progetto Posidonia dell’Università di Pisa - il Parco ed il Ministero dell’Ambiente, visto che proprio questi dovrebbero condividere ed autorizzare, come prescrive la legge 394/91, di tutte le attività e i progetti scientifici relativi alle aree protette e naturalmente essere informati dei loro risultati e sviluppi, e ci chiediamo anche quanto siano stati coinvolti il Comune di Campo nell’Elba, la Regione Toscana e la Provincia di Livorno che negli anni passati avevano sottoscritto con il Parco un protocollo d’intesa che comprendeva anche le attività scientifiche da realizzare a Pianosa, anche attraverso la concessione e l’utilizzo di spazi idonei per le Università toscane e gli Istituti di Ricerca. Ce lo chiediamo perché ci sembra che a Pianosa si proceda a volte con troppa leggerezza, spesso non tenendo in alcun conto della presenza e delle prerogative, soprattutto rispetto alle attività in campo scientifico ed ambientale sul territorio, di un’Area Protetta ed usando l’isola come palestra per affermare il proprio potere, spesso in contrasto con le competenze proprie ed esclusive del Parco Nazionale.
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