Università di Pisa e Nurc: "a Pianosa per studiare la Posidonia"
Scritto da : Elena MaestriniPubblicato in data : martedì, 26 luglio 2005
La nave Nato Alliance, incagliata vicino a Pianosa, stava navigando per conto dell'Università di Pisa nell'ambito di un'attività di ricerca. Lo sostengono Francesco Cinelli, professore del dipartimento di Scienze dell'uomo e dell'ambiente dell'ateneo pisano, e Steven E. Ramberg, direttore del Nurc, il centro di ricerca sottomarina della Nato di La Spezia. Il dipartimento di Scienze dell'uomo e dell'ambiente dell'Università di Pisa - si legge in una nota dell'Università e del Nurc di La Spezia - sta conducendo una campagna oceanografica nei pressi dell'Isola di Pianosa. Tale campagna, prevista nel periodo 11-29 Luglio 2005, vede coinvolti oltre all'Università di Pisa il Nurc, il Mit (Massachusetts Institute of Technology) e lo Scripps, Institution of Oceanography, ed ha lo scopo principale di verificare la distribuzione e la struttura della prateria di Posidonia e di analizzare sistemi di comunicazione acustica fra veicoli robotizzati capaci di navigare autonomamente investigando e caratterizzando i fondali marini. Negli ultimi anni, precisa la nota, il Nurc è stato spesso impegnato in operazioni di questo tipo, e dato l'alto interesse scientifico e l'assoluta non interferenza della strumentazione utilizzata con gli aspetti naturalistici dell'isola, l'operazione ha ottenuto tutte le necessarie autorizzazioni dalle autorità competenti. La campagna, viene sottolineato, prevede la partecipazione della nave da ricerca Alliance e della nave da ricerca costiera Leonardo, (unità che non sono della Marina Militare italiana ma di proprietà della Nato), insieme ad altre imbarcazioni minori. Secondo la ricostruzione dell'Università e del Nurc, il 23 luglio la nave Alliance urtava in manovra un oggetto sommerso, riportando danni significativi alla chiglia. Il gruppo di ricercatori internazionali che si trovava a bordo per l'esperimento, in tutto 19, è stato sbarcato a Pianosa. Sono stati presi accordi, conclude la nota, con una ditta locale di recuperi e con un esperto internazionale del settore allo scopo di rimorchiare in sicurezza la nave in porto, il tutto nella tutela e nella salvaguardia dell'ambiente.
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