Da pochi giorni mia figlia ha compiuto 17 anni e non voglio che la sua età sia legata alla guerra. Tra un anno mia figlia diventa maggiorenne e non voglio che sia cittadina di un mondo che risolve con i carri armati e i missili i drammatici problemi creati da un dittatore senz'anima.. Sarà forse perché non posso più considerarla la mia bambina , ma una persona che deve affrontare il futuro. Sarà per tutto questo, ma sono spaventato. Mi sento immensamente debole nei suoi confronti. Non posso aiutarla. Non ho alcun mezzo per proteggerla da una guerra che può sfociare in un'altra guerra. I figli della guerra ormai sono nonni o addirittura bisnonni. I figli della guerra fredda hanno sofferto, ma senza correre il rischio di una guerra vera. Insomma tre, quattro, cinque generazioni sono cresciute in pace, senza accorgersi dei valori della pace. Perché li hanno sempre dati per scontati. E come padre, confesso, sono in grave crisi. Contro una guerra annunciata posso firmare appelli, appendere bandiere, fare proseliti, nella mia posizione di privilegio persino scrivere articoli. Ma come padre nulla. Posso solo parlare con mia figlia. Incazzarmi con lei se non comprende a pieno la situazione. Per poi riconciliarmi. Ricominciare da capo, essere sincero, manifestargli la mia angoscia. Abbiamo riletto insieme il terzo articolo della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo: "Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona". Siamo arrivati alla tragica conclusione che solo una modesta porzione della popolazione mondiale può dire a se stessa che il terzo articolo viene rispettato. Io purtroppo fino ad oggi, non ho mai pensato di dovergli spiegare il valore della pace, un equilibrio delicato, una condizione da amare e da rispettare. Posso farlo solo adesso, alla vigilia di un evento che non vorrei mai vedere. In ritardo, colpevole ritardo. Prego solo di poter dire a me stesso, un giorno: "la guerra non è mai scoppiata, ma hai fatto bene a tentare di spiegare i valori della pace a tua figlia".
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