Domani, 22 luglio, è l’anniversario della morte di Indro Montanelli. Montanelli ha battuto le ultime parole, con la sua inseparabile macchina da scrivere lettera 22 olivetti, il 22 luglio 2001, lasciando dietro di se un vuoto inutilmente colmato da schiere di coccodrilli e avvoltoi che, per quanto lo avevano offeso e attaccato in vita, lo hanno pianto dopo la morte.Montanelli amava dire: schierati sempre con i perdenti, e non adulare mai i vincitori. Questo gli costo’la poltrona del Giornale, per divergenze di opinioni con l’editore, un certo Berluschino, ( ino finale ), che accuso Indro di comunismo “ ATTENTATO” e lo caccio’dal giornale che il vecchio combattente aveva creato. L’avventura di Montanelli a “ la Voce”, giornale da lui in seguito fondato alla tenera eta’di 84 anni, e’il suo canto del cigno, e dimostra che uno spirito libero non smette mai di combattere, anche se solo, anche se vecchio e stanco. Montanelli ci lascia un ricordo di coerenza oggi non piu’riscontrabile in un mondo di servi televisivi e cartastampati, e un Emilio Fede che lo tacciava di Comunismo “ e quindi comunista”, quanto ci fa ridere. Quasi quanto ci manca lui.
Indro Montanelli