Le luci e i suoni dei concerti musicali per l’Africa si sono spenti ma la Fondazione Corti e l’isola d’Elba proseguono nel loro cammino per dare cure mediche e speranza agli abitanti dell’Uganda. Dal 15 luglio al 15 settembre 2005 sarà possibile potere aiutare la Fondazione Corti Onlus inviando un sms solidale da un cellulare TIM o da un telefono fisso Telecom Italia al numero 48568 oppure chiamando lo stesso numero da un apparecchio fisso TELECOM ITALIA. L’Elba sostiene già il St.Mary’s Hospital della Fondazione Corti attraverso la raccolta di fondi tramite 1.000 barattoli salvadanai reperibili presso strutture ricettive e commerciali in tutta l’isola. Sono i barattoli bianchi e verdi che si trovano sui banchi di bar, negozi e reception di alberghi. L’etichetta del barattolo spiega succintamente cosa stiamo facendo e mostra le foto dei due fondatori dell’ospedale ugandese, i medici Piero e Lucille Corti che hanno dedicato tutta la loro vita ad aiutare i più bisognosi. C’è anche un logo che lega l’Elba a questa operazione solidale. Oggi la Fondazione è diretta dalla figlia dei due medici, insigniti delle massime onorificenze civili da Italia e Canada. Lucille Corti è eroe nazionale in Canada e le è stato dedicato un francobollo per celebrarne la generosità. Italia e Canada hanno coprodotto un film, è stato scritto un libro sulle loro vite, e Lucile è stato uno dei primi medici ha contrarre l’AIDS nell’esercizio della sua professione. Il St.Mary’s Hospital di Laciòr è l’ospedale caritatevole più grande ed efficiente dell’Africa. Da oggi presso le associazioni di categoria e la Banca dell’Elba saranno reperibili 50.000 depliant da distribuire ai nostri ospiti estivi, che spiegano ogni dettaglio delle iniziative della Fondazione Corti in corso nel nostro territorio. In questa operazione di “Cause relate marketing” sono coinvolte associazioni ed enti locali locali: Confesercenti, Confcommercio, Coldiretti, Banca dell’Elba, Conad, APT, Croce Verde e Misericordia. Partecipare a questa gara di solidarietà costa pochissimo, può bastare persino il resto di un giornale o un caffè per aiutare l’ospedale ugandese.
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