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Controcopertina: I pini di Portoferraio: le motoseghe di oggi e di domani.

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 06 marzo 2003

I pini tagliati finora in Via Ninci a Portoferraio in occasione dei lavori alla pavimentazione di quella strada sono un grave errore, urbanistico e di immagine, oltre che sul piano ambientale, da parte dell'amministrazione Portoferraiese, affermano le associazioni ambientaliste WWF e Legambiente. Ma la cosa non fa onore nemmeno al progettista dei lavori, perchè vuol dire che allora, in giro per l'Italia e per il mondo, nemmeno lui si è mai accorto di come si muovono i suoi colleghi ed altre amministrazioni più sensibili al verde di quella di Portoferraio. Che le radici di pino danneggino l'asfalto solo perché cercano di respirare, e nessuno ha mai creato intorno ai tronchi di quei poveri pini un grigliato di ferro, di cemento, di cotto, che mantenga permeabile il terreno, pur consentendo il normale transito pedonale ed il parcheggio, deve essergli parso una novità sconvolgente e rivoluzionaria. Una cosa per scienziati, da rimanere confinata soltanto nelle Facoltà di Agraria. Vuoi mettere invece la motosega? Via ogni cosa in 5 minuti, e poi tutto viene più facile: largo al cemento e, quando va bene, i cordoli si fanno in granito, che la gente pensa sia di San Piero anche quando è sardo. Per carità: l'amministrazione di Portoferraio all'Elba non sarà né la prima né l'ultima ad abbattere piante meravigliose, che altrove sarebbero il centro di ogni soluzione architettonica, immolate per un posto auto in più (al sole) e qualche foglia o ago di pino in meno (fra le cartacce e la rumenta varia che l'inciviltà dei più è solita lasciare a lungo per le strade isolane). Il fatto è che troppe volte dalle nostre parti si ha l'impressione che il progettista sia direttamente l'assessore committente. E la qualità dell'intervento, quella logicamente conseguente. Si è mai chiesto il Sindaco di Portoferraio, da medico, quanto è stato perso in termini di apporto d'ossigeno dopo il taglio di un'alberatura oltre cinquantenaria? Dove troverà alberi in grado di dare da subito lo stesso contributo, sempre ammesso che mantenga quanto promesso e cioè di sostituire i pini con altre piante? E pensare che il WWF nel febbraio del 2001, in difesa dei pini di via Ninci, si era rivolto direttamente proprio al Primo Cittadino per avere garanzie del loro mantenimento. E c'era la convinzione di averle avute, visto che per altri due anni i pini erano stati risparmiati. Uno sbaglio, o forse si è sbagliata persona, nello scrivere e nel parlargli. E la Soprintendenza di Pisa, dirà qualcuno? Lasciamo perdere. Abbiamo lettere in cui il sussiegoso Ufficio afferma nientemeno che i pini all'Elba non sarebbero piante autoctone. Sì, proprio i pini domestici, o i pini di Aleppo che si vedono in tutto il Mediteraneo, quelli nati dai pinoli caduti cinquanta o cento anni fa, portati dagli uccelli, dal vento? E chi ce li avrebbe trapiantati, di sbieco, nelle ripe elbane, sulle spiagge, queste piante non autoctone? Ma non facciamo ridere! Come se i palmizi e le yucche, che tanto piacciono agli Assessori, e la Soprintendenza consente per esempio a Campo e non solo, assieme ad altre stramberie, fossero autoctone. Per i pini che non ci sono più in via Ninci, aspettiamo al varco sia la Soprintendenza che il Comune di Portoferraio per quello che sarà il futuro dei pini delle fortezze medicee: vorremmo conoscere le reali motivazioni ben prima dei tagli ventilati e non dopo: distruggono davvero le fortezze o è una forma di verde-fobia che da Via Ninci e via Marconi dilaga verso l'alto? E che dire dello stato di degrado delle mura medicee laddove i pini non ci sono? Vorremmo non essere costretti alle diffide ad alle carte da bollo. Ci sarebbe sufficiente leggerle sui giornali. Ed i pini lungo la Provinciale a San Giovanni, le più belle piante di tutta la piana di Portoferraio, è giusto, chiedono Legambiente e WWF, che il regolamento urbanistico preveda di buttarle giù per allargare la strada di un misero metro, salvo infognare ugualmente in un collo di bottiglia, le auto di agosto, mezzo chilometro più in là? E che dire dei pini scortecciati in via Marconi subito dopo il taglio dei primi dieci in Via Ninci? Come si giustifica tanto spregio? E pensare che in giro per la Toscana, non diciamo in Svizzera o a Londra, abbiamo visto mettere quattro tavole e due giri di fili di ferro intorno ai tronchi degli alberi che non si volevano ferire con i bracci degli scavatori. Perché volere è potere. Ma forse (di questi tempi) la domanda più impegnativa è cosa voglia il Potere, per i pini ed altro, a Portoferraio.


pini via ninci portoferraio

pini via ninci portoferraio

Via Ninci pini tagliati

Via Ninci pini tagliati

Pinus pinea pino

Pinus pinea pino