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Carlo Monni e gli esperimenti di “letteratura comparata”.

Scritto da : Daniele Palmieri
Pubblicato in data : martedì, 12 luglio 2005

Sabato sera a Marina di Campo nella piazza del Comune, l’attore toscano Carlo Monni, accompagnato dal gruppo di musicisti della “Banda alle Ciance”, ha portato in scena uno spettacolo esilarante, regalando al numeroso pubblico presente un’ora di vero divertimento. Monni sul palco dà il meglio di sè; canta, recita e suona fino a mancargli il fiato e il peso degli anni tradisce l’energia che tuttavia è presente come in pochi artisti capita oggi di trovare. E’ un’ora trascorsa piacevolmente in quelli che lui stesso definisce “esperimenti di letteratura comparata”. Vengono accostati in maniera pertinente dizioni di poesie famose a canzoni moderne intercalate da esilaranti monologhi destinati, come dire ... a un pubblico adulto. Sono rappresentate vere e proprie scene di vita paesana, che sanno di stalla e di osteria e di amori consumati nei campi di fieno. Così, per esempio, sull’onda della pop-star Madonna Ciccone che ha raccontato di essere stata violentata a New York, anche Monni, o meglio Charles Monnier, per seguire la moda, narra di un episodio simile, quando in una mattina d’aprile a Champs les Bisences (che è più “fine rispetto a Campi Bisenzio”) si trovava sulle rive del fiume ad aspettare il vento di novaio, chino a cogliere foglie di trifoglio “a quattro foglie”…quando un amico da dietro…. Lo spettacolo di Monni è un misto di sublime e di volgare, di poetico e di carnale al tempo stesso, è l’essenza del sentimento toscano più vero, che nasce da un fondo arcaico di cultura popolare e che quindi, in fin dei conti, volgare non è mai. Un vasto repertorio che spazia dal rap “A trovalla” (lato A di una ipotetica “Compilescion n. 1”), dai sonetti di Catullo, ricordando i baci a Lesbia … “che le maiale moderne le pigliava di tacco” per poi passare alla musica di “Besame mucho”, e così via verso il “Famelico tempo” di “Scièspire” che scatena il ricordo del primo amore nei campi di grano (Compilescion n. 2). Si alterna la recitazione coinvolgente di Paolo e Francesca alle canzoni più melodiche e appassionanti di Gino Paoli, i versi della “Sposa infedele” di Garcia Lorca alla musica di “Guarda che luna…”. Irriverente e romantico, comunque vero, riesce a cogliere momenti di vita autentica e a far rivivere personaggi singolari come Remo Cambi, l’amico anarchico ciabattino che non riparava più di due scarpe alla settimana per non correre il rischio di dover portare i soldi in banca. Ce lo immaginiamo mentre a una festa da ballo adocchia una bella signorina e le chiede il nome. “Mi chiamo come un fiore.” Risponde lei furbetta. “Rosa?” No. “Ortensia?”. No. “Margherita?”. Noo. “Iris?”.Nooo. Stufatosi di tanta ritrosia Remo Cambi, indispettito, l’apostrofò così: “Miseria merdaccia! ‘Un ti chiamerai mica Piscialletto?!”. Siamo in attesa della Compilescion n. 3 che, giura Monni, sarà pronta per le strenne natalizie 2005-2006 e verrà attentamente ponderata in un convento di montagna (!?!).


Carlo Monni

Carlo Monni