Torna indietro

Protesta a Nisportino, poco spazio per la spiaggia libera

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : martedì, 12 luglio 2005

Segnaliamo questa situazione con l'auspicio che qualcuno possa intervenire. Su di una spiaggia all'Isola d'Elba (Loc. Nisportino - Rio Nell'Elba) sono stati posti, longitudinalmente ad essa su di una fascia profonda per i 2/3 dell'intero, una schiera di ombrelloni e lettini, da parte della proprietà di un Villaggio turistico limitrofo ad essa. La proprietà del Villaggio turistico sostiene che questa parte della spiaggia è di sua proprietà (ha calcolato dalla linea di battigia del mare in quiete una distanza di 12 metri dalla quale far decorrere la propria proprietà). Il risultato è che resta al pubblico una fascia, aderente alla battigia, che rappresenta non più di un terzo della profondità completa della spiaggia. Inoltre quando vi sono venti da W, SW, NW, (prevalenti nella zona) essendo la spiaggia orientata ad W, il colpo del mare invade più della metà della spiaggia e produce uno sconvolgimento dell'arenile più vicino alla battigia, sia per le sconnessioni della superficie, sia per il notevole deposito di alghe che rendono inutilizzabile da parte del bagnante l'area cosiddetta pubblica. Pertanto "scompare" la fascia di essa a disposizione dei "cittadini comuni" e del loro diritto ad accedere e fruire della spiaggia, essendo la restante riservata in maniera esclusiva ai clienti della struttura turistica. Di fatto diventa una spiaggia completamente privata ed ad uso privato ed esclusivo della struttura turistica e dei suoi clienti. Per gli altri cittadini non resta nessun spazio poiché un area libera della spiaggia è lo sbocco della valle (rischio idraulico incombente) e quindi sottoposta spesso al defluire rovinoso dell'acqua piovana sulla superficie. Le domande che sorgono sono queste: 1. come si misura l'area pubblica di demanio marittimo su di una spiaggia? 2. la linea di battigia dalla quale far decorrere la misurazione deve o no tenere in conto anche dello stato agitato del mare e quindi considerare semmai una media tra il minimo e massimo delle escursioni delle onde sulla battigia? 3. come si può tutelare un bene comune ed un diritto dei cittadini da questa eccessiva aggressività del profitto privato. Si è passati all'espropriazione del "bene pubblico" da parte del privato. Alleghiamo una sentenza della cassazione che ci sembra, non tanto per questo caso, interessante anche per le altre spiagge elbane, ma rimasta disattesa. E' pur vero che viviamo l'epopea del privato o del privatismo come metafora della libera iniziativa economica (liberismo selvaggio senza regole e controlli), ma essa deve avvenire senza ledere gli interessi ed i beni pubblici e senza sfruttare o appropriarsi di valori ambientali che appartengono a tutti i cittadini. Con sentenza N. 1144/75, il consiglio di stato recita quanto segue: "....Si provvede, per l'avvenire, a limitare le concessioni di spiaggia evitando di rinnovare le concessioni in scadenza in tutti i casi in cui la contiguità ininterrotta di queste comprime in modo intollerabile il libero accesso alla spiaggia ed al mare ed evitando di assentire concessioni di tratti di spiaggia ancora liberi. Si provveda, ancora a vietare recinzioni del demanio marittimo che rendono impossibile o sommamente difficoltoso l'accesso alla spiaggia, a meno che non esistano gravi e motivate ragioni (per esempio, militari, sanitarie, ecc.), e man a mano che scadono, a non rinnovare concessioni per uso privato per le quali non è mai lecito far riferimento ai predetti "fini di utilità sociale" cui la concessione deve, per sua stessa natura tendere...."


nisporto panorama

nisporto panorama