Torna indietro

Teatro Locale - Aiutati che Dio t'aiuta

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : sabato, 08 marzo 2003

Ci giunge una mail nella quale si lamenta la mancata pubblicizzazione da parte dell’Ufficio Stampa del Comune di Portoferraio degli appuntamenti teatrali di compagnie locali, e della costante assenza in platea in occasione di tali eventi di qualsiasi amministratore. Ciò effettivamente, continua la mail, non incoraggia la cultura, quand’anche questa non avesse velleità “continentali” e si contentasse di tourneé delimitate dai salsi confini. No, effettivamente, pensiamo noi, non sarebbe una buona giustificazione quella della mancata altisonanza di copioni o interpreti, per non meritarsi neanche un rigo di circostanza sui giornali. Ma non vogliamo puntare il dito soltanto sui pubblici, distratti, amanuensi, e facciamo, ogni tanto, anche un’autocritica circa il nostro lavoro di giornalisti. In effetti, fare un giornale, seppure innovativo nella forma e nella diffusione, ci deve spingere affinché la distanza tra l’evento in sé e la trasformazione di questo in “notizia” (nel senso di fatto portato a conoscenza di tutti) si riduca sempre di più. Se infatti un nuovo giornale ha senso, non è solo per garantire una voce in più al pluralismo, ma è anche per aumentare le possibilità che un evento ha di trasformarsi in "conoscenza dell'evento". Tutto ciò per dire che sì, anche se i pubblici almanacchi tacevano, noi dovevamo scrivere, dovevamo sapere. Ma se seguissimo alla lettera questo ragionamento saremmo investiti, schiacciati e stritolati dal frustrante sentimento per tutto ciò di cui non riusciamo a parlare, in altre termini del mondo intero. Allora, forse la virtù sta nel mezzo. Esaurite le pur rinnovabili energie giornaliere per portare a termine una pagina decente di quotidiano, possiamo però fare ancora qualcosa: abituare gli altri a parlare di ciò che stanno facendo o pensando, ad essere loro stessi gli informatori di sé verso gli altri, a completare il loro fare anche imparando a dire, a comunicare. Noi possiamo dare lo spazio, che non è quello limitato della carta, è quello infinito della rete. C’è una storiella che scatena discussioni divertenti: nella foresta c’è un albero che cade, provocando un rumore di legno squarciato e un tonfo a terra. Ma se nessuno è là ad ascoltare, siamo proprio sicuri che l’albero abbia provocato il rumore? Ecco, alla fine della sera, con le falangi roventi incompatibili ormai con qualsiasi tastiera, ci piacerebbe essere quest’orecchio, la voce dell’albero potete mettercela voi.


vigilanti teatro

vigilanti teatro