Il WWF rivolge un appello al mondo accademico, agli esperti di settore, ma anche alla comune cittadinanza per il recepimento della Direttiva quadro sulle acque.
La Direttiva 2000/60/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque, rappresenta uno dei più importanti strumenti, costruito su basi scientifiche, oggi a disposizione per la gestione e per la tutela ecologica degli ambienti acquatici e della risorsa idrica in Europa, sottolinea l'Associazione del Panda: introduce il principio di “non deterioramento” dei corpi idrici e fa propri i principi di precauzione, prevenzione e di “chi inquina paga”.
Questo obbligherà gli Stati membri alla protezione delle acque superficiali interne, delle acque di transizione, delle acque costiere e sotterranee.
Gli Stati Membri vengono chiamati,con il recepimento di questa Direttiva, alla redazione di piani di gestione dei bacini idrografici attraverso la definizione delle loro caratteristiche, l’esame dell’impatto ambientale delle attività umane e l’analisi economica dell’utilizzo idrico. Gli Stati Membri dovranno predisporre ed attuare programmi di monitoraggio dello stato delle acque superficiali e sotterranee e delle aree protette e, nel contesto dei piani di gestione, avviarne concretamente le misure necessarie per impedire il deterioramento dello stato di tutti i corpi idrici superficiali e sotterranei.
L'Italia avrebbe dovuto recepire la Direttiva entro il dicembre 2003 ma è in forte ritardo, per questo il WWF in un appello al Presidente del Consiglio e al Ministro dell'Ambiente chiede il rapido recepimento della Direttiva. Il modulo per l'appello è scaricabile dal sito del WWF o da quello della sezione Arcipelago Toscano
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