Nell'anno di amministrazione della giunta Ballerini, due cose tra quelle dette dal Peron de noantri ci sono rimaste impresse con maggior forza. La prima, durante un consiglio comunale, quando disse che la sua amministrazione era attenta ai temi del sociale molto più che le altre. La seconda, questa volta in un incontro pubblico, quando tirò fuori il più becero campanilismo, e affermò che meno i foresti si impicciavano degli affari del paese meglio era. Il meglio e il peggio di ciò che ci è toccato assistere di un governo che non sentiamo nostro e crediamo verrà spedito nel dimenticatoio quanto più velocemente possibile dai posteri. E' evidente che nella vicenda Exodus ha prevalso il lato peggiore. Perché è inutile fare finta di niente: l'amministrazione, per meschini giochi elettorali, ha fatto prevalere le beghe da cortile laconesi sull'esperienza della comunità di recupero. Ma soprattutto si è accodata alla balorda corrente dei troppi che pensano: sì, è vero che esistono la droga e il disagio sociale, ma proprio a casa nostra devono venire a disintossicarsi? Cosa che francamente non ci saremmo mai aspettati da un uomo di scienza e di mondo (non cinque anni di militare a Cuneo, ma molti di più di onorata professione poco lontano). Con il pateracchio è caduta la foglia di fico di un'amministrazione che ipocritamente si fa portatrice di valori, buoni giusto per darsi una pennellata di nuovo ma non corroborati da atti concreti. E' il primo serio banco di prova in cui la maggioranza ha mostrato la solita insussistenza miopia. E con una furbata Ballerini sta cercando di rimettere la palla a un vago ambito comprensoriale per salvarsi dall'insalvabile. Mossa non del tutto calcolata male in effetti: questa volta la pessima figura travalica gli ambiti paesani e arriva a mettere tutta l'isola in cattiva luce. Per questo la giunta Ballerini deve rivedere il suo "unilateralismo", ma anche le altre istituzioni locali non possono rimanere alla finestra. A livello locale sarà da vedere innanzitutto se la maggioranza farà quadrato intorno alla scelta o se andrà alla deriva, e se la sfida verrà raccolta dalla minoranza. Nel primo caso nutriamo forti dubbi che si presenterà coesa, motivati soprattutto dall'attuale "congelamento" dei rapporti tra la giunta e Corrado Martorella, che come si è visto in passato non è disposto a scendere a patti su certi temi. E non ci stupirebbe se l'ala sinistra dello schieramento facesse trapelare qualche mal di pancia. In secondo luogo non c'è dubbio che la minoranza non potrà sottrarsi al dibattito. E questa sarà l'occasione per vedere se la sua linea politica è in reale cesura con il passato, e se ha imboccato la strada per una credibile alternativa di governo. Se vuol veramente far tesoro della lezione è necessario quindi che l'amministrazione non chiuda definitivamente la porta a ripensamenti. Esca dall'irritante silenzio in cui si trincera ogni volta che prende decisioni capitali. Dimostri che trasparenza e partecipazione non sono pura ipocrisia. Apra un dibattito (questa volta serio) anche al di fuori dei propri confini comunali, poiché la questione si gioca nel comune di Capoliveri, ma è di respiro molto più ampio: si tratta di un problema che non può essere risolto a colpi di beghe da cortile. Altrimenti la tegola caduta sulla sua testa questa volta rischia di diventare pesantissima.
Lacona e laconella