Penso sia l’ultima volta che entro nel merito di questa discussione su Naregno, pubblica non per volontà mia ma di chi ha iniziato a scrivere sui giornali. · Risposta dell’assessore Briano ai firmatari anonimi. Gli Enti, e quindi anche il Comune, l’Autorità idraulica e l’Autorità di bacino, sono tenuti a rispettare, oggi più di ieri visti gli importanti cambiamenti climatici, il Regio Decreto N°523 del 25 luglio 1904 attraverso normative come D.C.R. 230/’94, l’Ordinanza del Presidente del Consiglio 3276 /2003 e la D.G.R 830 / 2003. La decisione di intervenire mettendo in sicurezza i fossi di Naregno dovrebbe essere vissuta non come un motivo di scontentezza o di negazione degli usi e dei costumi locali, ma come un riconoscimento del fatto che quella località è stata individuata prioritaria ( per frequenza turistica, per valore degli insediamenti produttivi, per pericolosità stessa dei luoghi,…) negli interventi di salvaguardia del territorio a differenza di altre che, per mancanza di fondi, continueranno a soffrire di condizioni di pericolo e di vincoli di inedificabilità. · Risposta della cittadina Milena. Ringrazio S.R. per quanto ha affermato sulla “capoliveresità” in calce all’articolo perché ha detto quanto anch’io penso, in modo molto più efficace di quanto avrei saputo fare con mie parole. Vorrei solo aggiungere che gli anonimi abitanti di Naregno forse tanto “doc” non sono neppure loro perché avrebbero dovuto sapere che, se è vero che non sono di Capoliveri, è pur vero che ho abitato per 10 anni proprio in una casa, di proprietà di mio suocero, che distava dal fosso delle Conce circa una quindicina di metri e che nell’alluvione del 1983 ho avuto quella casa isolata e diversi danni alla proprietà. Sempre con cordialità.
Briano testina