Fare questo giornale ci dà molte soddisfazioni (morali per ora), ma certe volte ci stanca in maniera esagerata. Spesso a a sera mentre la maggior parte dei cristiani ha già cenato, preso il caffè e se ne sta spaparanzato su un divano alla tv attendendo il mecalapalpebra, noi siamo ancora qui a mettere insieme frattaglie di notizie con le frattaglie neuronali ancora disponibili e con le sinapsi che picchiano in testa. E frequentemente in chiusura di edizione alle due consolle della redazione sembra non ci siano due giornalisti, ma due zombi corrosi dalla fame, sderenati dalla stanchezza più confusi che persuasi. Poi alle volte ci si mette il destino cinico e baro e nel bel mezzo di un tourbillon di pezzi che parlano del Rotary e dei Pini segati (che non hanno tra di loro alcuna connessione oltre l’ovvio esser duri come pigne di alcuni ruotodentati) arrivano due mail una di un nostro amico Pino che parla del Rotary che è meglio non pubblicare o ci pigliamo una denuncia e un’altra di un altro nostro amico Pino anche lui che parla dei Pini, ognuno dei dei due alla consolle legge una sola mail di un Pino, e quando si arriva al consulto sulla pubblicazione, si ha uno scambio di idee del tipo: Dove vai? Sono Cipolle! Ma fuori piove? La mi’ nonna era zoppa Con quanti cucchiaini? L’ha detto anche il Papa! Al demenziale procedere segue un silenzio grave, perché ognuno dei due pensa che ahinoi l’età o la crisi di zuccheri abbiano colpito ed il collega si sia improvvisamente rincoglionito e se ne duole. Solo dopo un po’ si chiarisce l’equivoco, si intuisce che tra Pini ambulanti e Pini fissi segati non ci abbiamo capito una sega e ci si riesce ad orizzontare nella verbale pineta incasinata. Accade anche che si abbia ancora la forza residua per riderci su e per dirsi: “Boia deh che casino! Si sembrava l’Assessore e il Consigliere”
Pinus pinea pino