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Mussi: giusto “Fare l’Unione dal basso”

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 19 giugno 2005

“Fare l’Unione dal basso”: condivido totalmente il documento firmato da 25 personalità della Val di Cornia. Mi pare in sintonia con la soluzione – davvero “A 30 secondi dalla fine”, per citare il titolo di un noto film – data in questi giorni alla crisi del centrosinistra. L’accordo, che dovrebbe essere sancito dal vertice dell’Unione di lunedì prossimo, prevede: niente scissioni di partiti (in particolare della Margherita), liste di partito nella quota proporzionale della Camera, candidati dell’Unione nei 790 collegi uninominali di Camera e Senato, primarie per rafforzare la leadership di Romano Prodi, programma comune del centrosinistra per battere Berlusconi e governare l’Italia. Mi ero permesso di avanzare una simile proposta già al Congresso Ds, e vedo con soddisfazione che più o meno lì si va a parare. Frana tutta la costruzione di listoni, federazioni e “partiti riformisti”. Frana perché era nella mente di qualcuno, ma non nella realtà storica italiana. Fassino ha ora il merito di aver riconosciuto le “dure repliche della realtà”, e aver corretto la rotta. Il simbolo dei Ds dunque non sparirà. E’ garantita l’esistenza dei Ds, il maggior partito della sinistra. E ora si apre un altro capitolo: quello della sua natura, delle idee-forza, dei valori, dei principi, dei programmi intorno ai quali la sinistra italiana, nel quadro di una grande alleanza democratica, dovrà ridefinire la sua identità. Certamente, non dovremo ammucchiarci tutti al centro per competere con la Margherita. Il documento dei 25 della Val di Cornia è centrato giustamente sull’Unione. La coalizione che va da Mastella a Rutelli fino a Diliberto e Bertinotti. Questa è la carta da giocare, il luogo dove si possono confrontare proficuamente culture e posizioni diverse. “Unico” e “unitario” non sono sinonimi. E un processo unitario è vero e bello esattamente perché produce una sintesi di diversi linguaggi. Del resto, bisogna parlare più lingue, se si vuole rappresentare adeguatamente la maggioranza degli italiani. L’importante è che le lingue siano traducibili l’una nell’altra. Vedo, nell’appello, che si propone una “assemblea aperta”, per avviare, “partendo dalla nostra realtà, il confronto sul programma dell’Unione”. La incoraggio. Mi piacerebbe parteciparvi.


Fabio Mussi meeting venturina

Fabio Mussi meeting venturina