Lo svincolo progressivo dal petrolio, il risparmio energetico con il miglioramento dell’efficienza energetica, lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Sono queste le priorità delle politica energetica della Regione Toscana enunciate dall'assessore all'ambiente Marino Artusa nel suo intervento alla tavola rotonda su “Energie rinnovabili, fabbisogno energetico e obiettivi di Kyoto” nell'ambito dell'iniziativa "Rinnova", la manifestazione sulle fonti rinnovabili organizzata da Enel, Legambiente, Confindustria Giovani imprenditori e Kyoto Club. "Aldilà delle affermazioni di principio - ha detto l'assessore - è fondamentale migliorare l'efficienza del nostro sistema energetico e spostare progressivamente le quote di produzione dalla fonti fossili alle fonti rinnovabili. Un percorso che richiede un impegno deciso e costante che la Toscana si è già assunta, ponendo un tassello fondamentale con la recente approvazione della legge quadro sull'energia". La legge 39 del 2005, che recepisce fra l’altro la direttiva comunitaria del 2001 sul rendimento energetico negli edifici, prevede la possibilità di individuare dei limiti minimi di efficienza negli usi e nella produzione energetica. Viene stabilito anche l'obbligo di installare impianti solari termici sulle nuove edificazioni e sulle ristrutturazioni urbanistiche. Quanto alle infrastrutture energetiche di impatto maggiore sul territorio sono previsti accordi di mitigazione e compensazione ambientali. Un altro dato importante è l’autorizzazione degli impianti che avverrà in genere con una procedura unica, mentre alcuni tipi di impianti a fonti rinnovabili potranno realizzarsi con la semplice denuncia di inizio dell’attività. "La strada dell'efficienza negli usi finali e dello sviluppo delle rinnovabili - ha detto ancora l'assessore - è quella che ci consente una prospettiva migliore a lungo termine per raggiungere gli obiettivi di contenimento e efficienza energetica. Un dato è certo: siamo in ritardo e bisogna accelerare. La Toscana si candida a regione leader per centrare e superare gli obiettivi del Protocollo di Kyoto. A breve scadenza riprenderemo a lavorare sul piano di indirizzo energetico regionale che dà attuazione alla legge quadro, e spingeremo ancora di più l'acceleratore sullo sviluppo delle rinnovabili, per sganciarci dalla dipendenza dalle fonti fossili di energia che non sono disponibili nel nostro paese”. La Toscana deve valorizzare le tante energie rinnovabili di cui dispone, la geotermia in primis, ma anche il solare, l'eolico, le biomasse, il mini-idroelettrico e la microcogenerazione. “Per fare un netto salto di qualità – ha aggiunto Artusa - è necessario anche guardare ad esperienze già realizzate in altri paesi, come la Germania e l'Austria, dove il piccolo produttore può riversare in rete, anche in piccole quantità, l'energia che produce, una strada che ci sembra densa di sviluppi e su cui bisogna insistere. Le possibilità sono tante, ma va fatto uno sforzo generale di rilancio e reimpostazione dello sfruttamento delle rinnovabili. Questo riguarda in particolare la geotermia di cui dobbiamo affrontare la gestione in modo diverso rispetto al passato, con una maggiore attenzione alla sua compatibilità ambientale e sociale e a ricadute su tutta la comunità toscana. La geotermia, di cui la Regione ha ora la titolarità delle concessioni, deve essere la ricchezza su cui far leva per incentivare lo sviluppo delle altre energie rinnovabili. Non va dimenticato che l’attuale giro d’affari dell’Enel relativo alla geotermia, secondo fonti di esperti, ammonta a circa 700 milioni di euro”. Il confronto con l’Enel è proseguito a distanza anche su un altro fronte nell’ambito del “Contro-incontro” sulle rinnovabili organizzato alla Stazione Leopolda di Pisa dagli ambientalisti, al quale era stato invitato l’assessore Artusa. “Rispetto alle affermazioni dell’Enel, che si dichiara costretto ad investire nelle rinnovabili all’estero, va evidenziato come a Montemignaio sia proprio l’Enel a opporsi, adducendo motivi tecnici scarsamente attendibili, all’ampliamento con due nuove pale dell’impianto eolico già in funzione”. In margine all'interessante nota pervenutaci dalla Regione crediamo sia opportuna una breve riflessione sulla "contraddizione energetica elbana". Pochi territori come quello elbano hanno allo stesso tempo necessità di contenere impatti ambientali (ne va del mantenimento della prima fonte economica, la risorsa paesaggistica) uniti a condizioni climatiche che consentirebbero la produzione di energia su almeno due tra i principali fronti del rinnovabile (eolico e solare). E' pacifico, come è pacifico però che a fronte di questa enorme necessità/potenzialità sia totalmente inadeguata l'iniziativa amministrativa e politica perchè ci si muova in questa direzione, partendo dal creare seri presupposti per scongiurare la realizzazione del nuovo mega-elettrodotto. A quanto ci risulta solo due amministrazioni comunali (Campo e Rio Elba) si sono attivate con progetti tesi al raggiungimento di una autonomia energetica puntando sull'eolico. Positivo ma decisamente troppo poco, il problema energetico, come quasi tutti i problemi elbani è comprensoriale, ed occorre darsi una politica comprensoriale di intervento nel settore, che magari potrebbe articolarsi in una somma di soluzioni diversificate, anche a livello comunale, ma che debbono far capo ad un complessivo progetto. Sarebbe il caso che i soggetti che hanno competenze ed idee iniziasse a coordinarsi ed a parlare del problema energetico isolano, in luogo di far chiacchiera.
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