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La Toscana nuova porta del gas in Europa, la posizione di Legambiente

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : venerdì, 10 giugno 2005

La proposta di tre nuovi punti di accesso per l’approvvigionamento di metano (l’impianto di rigassificazione off-shore proposto dalla OLT al largo di Livorno; quello omologo ma ipotizzato su terraferma dalla cordata BP/Edison/Solvay a Rosignano; il metanodotto algerino della GALSI a Piombino) tutti concentrati intorno ad un breve tratto di costa toscana, prefigura l’ipotesi che la nostra regione diventi la “nuova porta del gas” in Europa, la quarta italiana in ordine di tempo (dopo quelle settentrionali provenienti da Russia e Olanda e quella siciliana servita dal Maghreb). Premesso che l’Associazione, sul merito dei tre progetti in esame e al di là degli assetti societari che si vanno delineando proprio in questi giorni, non può, allo stato attuale, esprimersi in modo serio ed esaustivo, essendo la documentazione tecnica messa a sua disposizione dalle Istituzioni, colpevolmente insufficiente a tale scopo, Legambiente Toscana ritiene doveroso rilevare: • come sia stata complessivamente elusa la condizione, essenziale per l’espressione di un qualsiasi giudizio politico, per cui ogni pianificazione e valutazione integrata dei progetti presentati (dalle Imprese) necessita del “governo” delle Istituzioni preposte e della partecipazione democratica di tutti gli attori sociali interessati dai progetti medesimi; • come la gestione della vicenda abbia reso evidente la volontà di mantenere in crescita la domanda energetica senza intervenire sulla qualità della stessa, secondo meccanismi di riduzione dei consumi e di ricorso alle rinnovabili (solare ed eolico in primis), così come sancito dal vigente Protocollo di Kyoto; • come pregiudiziale e prioritario l’utilizzo del metano prodotto dai tre eventuali nuovi siti, per la riconversione delle centrali di produzione elettrica di Piombino/ Tor del Sale e di Livorno/ Via Orlando (oggi insostenibilmente inquinanti). Legambiente Toscana, si pone e pone infine alcune domande che esigono risposte chiare e stringenti: • La potenziale quantità annua di 15 miliardi di mc di metano resa disponibile dai nuovi eventuali impianti a chi serve? • Chi governa questa operazione di così grande rilevanza economica e ambientale? • Quali effetti determinerebbe sul territorio e sulle comunità locali? • Perché tali progetti, di fatto, vengono presentati in deroga ai dispositivi della recentissima proposta di Piano di Indirizzo Energetico Regionale?


metanodotto

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