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L'Isola della Solidarietà aiuta la casa-famiglia di Lucilla nello Sri Lanka

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : venerdì, 10 giugno 2005

Lucilla è nata nelle Marche, ha vissuto per sette anni a Porto Azzurro lavorando nel suo negozio di parrucchiera. Poi ha venduto tutto, e con suo marito Lorenzo è andata ad aiutare la popolazione dello Sri Lanka. Tutte le bambine sognano di fare le parrucchiere, lei da piccola voleva fare la missionaria. Lo tsunami non c’entra, è venuto molto dopo. Dal suo racconto sembra che nasconda una triste riconoscenza per tutta quell’acqua che ha invaso la terra. Ha puntato gli occhi del mondo su un’area povera e dimenticata, sfiorata da turisti troppo distratti dai villaggi-astronave all inclusive. Lucilla e Lorenzo hanno realizzato una casa-famiglia per le bambine orfane o violentate. La pedofilia è una piaga atavica, gli occidentali approfittano di questo male antico, ma la maggior parte delle violenze avviene all’interno delle famiglie. Il 75% dell’infanzia è stato profanato, si gioca con le bambole o a pallone per dimenticare. La violenza in famiglia è soltanto l’inizio di un folle percorso. Se infatti il tribunale ordina l’allontanamento dalle case di origine, non si trova di meglio che rinchiudere in galera i ragazzini, insieme ai delinquenti comuni. Per motivi di sicurezza. In cella non corrono più nessun pericolo, così ce li lasciano per mesi, finché quel che resta di un bambino viene trasferito in un orfanotrofio. Lucilla e Lorenzo sono fondatori dell’associazione Amo, nata nel 1999. Nella grande casa comune ospitano 18 regazze e due ragazzi, e una scuola materna con 28 bambini. Si cerca di riportare la vita ad un passo normale, di ricostruire un rapporto di fiducia con gli altri, di trovare una via d’uscita al dolore rappreso. Poi le ragazzine riprendono ad andare a scuola, recuperano il tempo perso con una maestra che va alla casa due volte la settimana. Adesso Lucilla e Lorenzo vorrebbero ampliare la struttura d’accoglienza con ambienti separati per le bambine più grandi, in modo che abbiano un ambiente più tranquillo. La loro associazione si occupa anche di famiglie disagiate, cercando di fornire loro gli strumenti per poter emanciparsi economicamente. Ad un padre di tre figli, che si guadagnava da sopravvivere cantando sugli autobus, hanno comprato una bici, una cesta, una bilancia. Adesso vive vendendo il pesce, loro glielo comprano due volte la settimana per le ragazze della casa. L’associazione elbana “L’isola della solidarietà” preseduta da Marino Garfagnoli ha una certezza: Lucilla e Lorenzo mantengono le promesse. Per questo i fondi finora raccolti saranno destinati in gran parte alla realizzazione di questa nuova ala della casa famiglia. Un progetto concreto, senza intermediari improvvisati, o sigle incomprensibili. Un progetto che ha riscosso anche l’attenzione dell’assessore alla cooperazione internazionale del comune di Portoferraio, Nunzio Marotti, che ha manifestato l’intenzione di sottoporre alla giunta la proposta di devolvere all’associazione di Lucilla i 6.000 euro raccolti in beneficenza durante i giorni dello tsunami. In un primo momento per volontà dei cittadini quei fondi erano stati destinati a “Medici senza frontiere” ma l’associazione ha fatto sapere di aver già ricevuto i dovuti finanziamenti, e di non poter accedere ad altre sovvenzioni. Lucilla Andreanelli e Lorenzo Bacci continueranno ad aiutare a crescere le bambine derubate, cercando di insegnare loro a rispettarsi e farsi rispettare.


sri lanka bambini

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